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mercoledì 28 novembre 2007

Tremate! tremate! le masche son tornate!

Mentre mi documentavo per cercare di rispondere alla streganocciola, ho scoperto una cosa che mi pare un segno del destino.
La Val di Susa è territorio di masche, e con mia madre s'è sempre un po' scherzato sul fatto che lei fosse un po' strega, e dunque anch'io dovessi aver ereditato qualche capacità magica. E indovinate un po' come si dice «fare una fattura»? Fare la fisica.

5 commenti:

lastreganocciola ha detto...

bellissimo! ma una fattura nel senso del malocchio o nel senso di generica magia? documenta, documenta, aspetto impaziente.

e.talpa ha detto...

Nel senso di malocchio, direi.
Documento quanto prima, non dubitare!

(PS. la foto ovviamente riguarda la fisica... sono scariche elettriche ottenute tramite Tesla Coil)

e.talpa ha detto...

La masca non è proprio una strega

(…) porre bene in evidenza la dicotomia tra la stregoneria della storia e quella che è frutto della leggenda: tra le povere donne spesso condannate a morte poiché vittime di una cultura alla ricerca di capri espiatori e la masca vi è una differenza abissale (…).

Va detto che rivolgendosi a quanti, nelle diverse aree, hanno sentito le leggende sulle masche dalla viva voce dei “vecchi”, si riscontra una notevole difficoltà nell’isolare una figura tipologicamente delineata. La definizione è quasi sempre il risultato di un’analisi strutturale condotta a posteriori dai ricercatori, che però non appare precisamente definita nella vicenda orale narrata. La masca è una persona in grado di esercitare il proprio potere negativo sugli altri, può trasformarsi, ma spesso alcune sue caratteristiche peculiari finiscono per essere mutuate da altre figure dell’immaginario popolare.
Dalle indagini condotte sul territorio valsusino in tempi recenti, si evince un diverso atteggiamento da parte degli informatori, che frequentemente ascrivono la masca all’universo dei fantasmi, o delle creature immaginarie e non umane.
In alcuni casi la masca è considerata l’autrice di dispetti i cui fini non sono quasi mai malvagi, ma si fermano al livello dello scherzo, riflettendo il fenomeno del trickster (…).
Dall’indagine si evince che vi sono comunque anche casi in cui la masca è considerata positiva, almeno ambivalente, in quanto la sua attività risulta utile alla comunità svolgendo il ruolo di guaritrice e/o di conoscitrice dei segreti della natura.

La masca è quindi una figura molto importante nell’immaginario popolare piemontese, al punto di costituire una presenza condizionante nelle pratiche quotidiane. Inoltre, questo essere mitico (che al maschile diventa mascone) è in realtà molto articolato con caratteristiche spesso in contrasto, che risultano diversificate nelle varie leggende.
Globalmente, nei racconti di masche ricorrono alcune tematiche abbastanza standardizzate e ricorrenti:
1) la masca è prevalentemente una figura femminile;
2) opera quasi sempre di notte;
3) si incontra con altre masche in luoghi lontani dal centro abitato;
4) abita ai limiti del paese;
5) può mutarsi in animale;
6) è in grado di spostarsi in volo;
7) spesso divora o sacrifica i neonati;
8) teme il sacro;
9) è una profonda conoscitrice delle pratiche terapeutiche naturali.

Tratto da: Massimo Centini, La stregoneria in Valle di Susa e dintorni. Un viaggio tra storia e tradizione, Susalibri 2006.

lanessie ha detto...

ma è bellissima, questa cosa...Ti ricordi il cartello del primo '900: "Magie sovrannaturali, fisiche e chimiche" al museo del cinema??

e.talpa ha detto...

@ness: :DD