WELFARE: CANNAVO', SI' A FIDUCIA E' FINE POLITICA DEL PRC
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - 'La decisione di votare la fiducia al governo sul ddl Welfare segna la fine politica di Rifondazione comunista. Oltre a rappresentare uno schiaffo al parlamento la decisione del governo, sul metodo e nel merito, e' uno schiaffo alla maggioranza che l'ha sostenuto e un'umiliazione per il Prc'. Lo afferma Salvatore Cannavo', deputato di Sinistra Critica (Prc), annunciando il suo voto contrario alla Camera e della sua componente al Senato.
'Il gia' pessimo protocollo di luglio, peggiorato dal nuovo incontro tra governo e parti sociali e' stato infine ancora peggiorato. Dopo aver annunciato sfracelli e indetto manifestazioni di popolo (chi si ricorda del 20 ottobre?) Rifondazione e tutta la Sinistra si apprestano alla resa, una resa che ha al centro la condizione di vita di milioni di lavoratori e lavoratrici, di giovani precari a cui vengono peggiorate le condizioni di vita. Ovviamente - sottolinea - votero' contro la fiducia potendo gia' annunciare, a nome di Sinistra Critica, lo stesso voto contrario anche al Senato'.
'Con questo voto si chiude una storia politica cominciata nel 1991 e si chiude in maniera triste. Non c'e' dubbio che a molti di noi e' consegnato il compito, difficile ma non per questo ineludibile, di ricostruire una nuova sinistra, alternativa, di classe, anticapitalista', conclude.
--- l'intervento alla Camera
SALVATORE CANNAVÒ. Signor Presidente, la posizione della questione di fiducia rappresenta al tempo stesso uno schiaffo al Parlamento e uno schiaffo alla maggioranza. Con l'ausilio di Confindustria e della stessa CGIL si è imposta a questa Assemblea una logica neocorporativa, umiliando i gruppi parlamentari. Si rifletta su cosa sarebbe accaduto se un simile esito fosse stato prodotto da un Governo delle destre (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia e DCA-Democrazia cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
Il provvedimento oggi proposto è un disastro sociale: avalla la legge n. 30 del 2003 e la legge Maroni. Per la sinistra è una Caporetto e per Rifondazione si chiude il senso stesso della propria esistenza.
Nel 1995 rifiutammo giustamente di "baciare il rospo"; oggi, se ne ingoia uno enorme! Si sono costruite illusioni ed oggi si raccolgono delusioni: basti pensare alla distanza siderale rispetto al 20 ottobre. La crisi della politica si alimenta anche di una sinistra che urla contro il Governo e poi gli vota la fiducia. Nessuna remora, dunque, oggi a votare contro la fiducia, consapevole di provocare in questo modo una frattura con l'appartenenza al mio gruppo.
PRESIDENTE. Deputato Cannavò, la invito a concludere.
SALVATORE CANNAVÒ. Nessuna remora nell'annunciare al Governo, già da oggi, che Sinistra critica terrà lo stesso comportamento al Senato. Del resto è venuto il tempo di lavorare per una sinistra alternativa non di Governo ma di opposizione, anche al Partito Democratico.
PRESIDENTE. Deve concludere!
SALVATORE CANNAVÒ. Anche perché, signor Presidente del Consiglio - e concludo -, pensi a cosa sarebbe stata la campagna elettorale se si fosse detto chiaramente agli elettori che si sarebbero aumentate le spese militari, lasciata immutata la "legge 30", inondate di soldi le casse delle imprese: semplicemente, avrebbero vinto le destre! È quello che accadrà la prossima volta, anche grazie a questo Governo
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - 'La decisione di votare la fiducia al governo sul ddl Welfare segna la fine politica di Rifondazione comunista. Oltre a rappresentare uno schiaffo al parlamento la decisione del governo, sul metodo e nel merito, e' uno schiaffo alla maggioranza che l'ha sostenuto e un'umiliazione per il Prc'. Lo afferma Salvatore Cannavo', deputato di Sinistra Critica (Prc), annunciando il suo voto contrario alla Camera e della sua componente al Senato.
'Il gia' pessimo protocollo di luglio, peggiorato dal nuovo incontro tra governo e parti sociali e' stato infine ancora peggiorato. Dopo aver annunciato sfracelli e indetto manifestazioni di popolo (chi si ricorda del 20 ottobre?) Rifondazione e tutta la Sinistra si apprestano alla resa, una resa che ha al centro la condizione di vita di milioni di lavoratori e lavoratrici, di giovani precari a cui vengono peggiorate le condizioni di vita. Ovviamente - sottolinea - votero' contro la fiducia potendo gia' annunciare, a nome di Sinistra Critica, lo stesso voto contrario anche al Senato'.
'Con questo voto si chiude una storia politica cominciata nel 1991 e si chiude in maniera triste. Non c'e' dubbio che a molti di noi e' consegnato il compito, difficile ma non per questo ineludibile, di ricostruire una nuova sinistra, alternativa, di classe, anticapitalista', conclude.
--- l'intervento alla Camera
SALVATORE CANNAVÒ. Signor Presidente, la posizione della questione di fiducia rappresenta al tempo stesso uno schiaffo al Parlamento e uno schiaffo alla maggioranza. Con l'ausilio di Confindustria e della stessa CGIL si è imposta a questa Assemblea una logica neocorporativa, umiliando i gruppi parlamentari. Si rifletta su cosa sarebbe accaduto se un simile esito fosse stato prodotto da un Governo delle destre (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia e DCA-Democrazia cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
Il provvedimento oggi proposto è un disastro sociale: avalla la legge n. 30 del 2003 e la legge Maroni. Per la sinistra è una Caporetto e per Rifondazione si chiude il senso stesso della propria esistenza.
Nel 1995 rifiutammo giustamente di "baciare il rospo"; oggi, se ne ingoia uno enorme! Si sono costruite illusioni ed oggi si raccolgono delusioni: basti pensare alla distanza siderale rispetto al 20 ottobre. La crisi della politica si alimenta anche di una sinistra che urla contro il Governo e poi gli vota la fiducia. Nessuna remora, dunque, oggi a votare contro la fiducia, consapevole di provocare in questo modo una frattura con l'appartenenza al mio gruppo.
PRESIDENTE. Deputato Cannavò, la invito a concludere.
SALVATORE CANNAVÒ. Nessuna remora nell'annunciare al Governo, già da oggi, che Sinistra critica terrà lo stesso comportamento al Senato. Del resto è venuto il tempo di lavorare per una sinistra alternativa non di Governo ma di opposizione, anche al Partito Democratico.
PRESIDENTE. Deve concludere!
SALVATORE CANNAVÒ. Anche perché, signor Presidente del Consiglio - e concludo -, pensi a cosa sarebbe stata la campagna elettorale se si fosse detto chiaramente agli elettori che si sarebbero aumentate le spese militari, lasciata immutata la "legge 30", inondate di soldi le casse delle imprese: semplicemente, avrebbero vinto le destre! È quello che accadrà la prossima volta, anche grazie a questo Governo
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