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"Come odio avere sempre ragione!"

Ian Malcolm, Jurassic Park

...e questo giusto per far contenta la Nessie...
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
C.G. Jung


"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
Dr. House


"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
Stacy, Dr. House


"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
Albus Silente, Le Fiabe di Beda il Bardo, J.K.Rowling

giovedì 8 novembre 2007

Dario libero!


Titolo: Kafka è un dilettante (dramma in tre atti)
Protagonista: DarioBiduale, un fisico mannaro piemontese a Londra, sul finire del dottorato.
Atto primo: Aprile 2007. Aeroporto di Luton.
Soliti controlli antiterrorismo. Passa indenne dal metal detector, si dirige fischiettando al suo gate quando viene rincorso da una hostess che si sbraccia trafelata: "Ma non sente che la guardia la sta chiamando?!" "Ah, non me n'ero accorto, vado subito".
Torna indietro da questo pulotto anglosassone, panzone e frustrato che gli ringhia: "(improperi vari) per quale motivo non si è fermato quando l'ho chiamata?!". E il nostro sventurato eroe, ironico: "Ma, beh, non so... forse perché ho una bomba nello zaino?".
Mai fare dell'humour inglese con gli inglesi. L'ufficiale della sicurezza si adombra. Gli intima "mi aspetti qui". Si allontana e dopo una decina di minuti torna con due pulotti veri e propri, i quali ammanettano il nostro DarioBiduale e lo trascinano via. Prima esterrefatto, poi sempre più inquieto, viene schiaffato in cella nella prima centrale di polizia. Dopo un paio d'ore, parte un interrogatorio kafkiano, grazie al quale scopre il crimine di cui lo si accusa: voler seminare il panico nell'aeroporto.
Rilasciato in libertà condizionata, riesce a tornare in Italia: altro buco della giustizia inglese, e secondo errore del nostro eroe, che serenamente dopo un paio di giorni rientra in Inghilterra per finire la tesi. E sostenere una prima udienza quindici giorni dopo, davanti alla Corte dei Magistrati: la quale decide che il caso è serio, e lo si può mica archiviare così, ti dichiari colpevole? Ma certo che no! E allora rinviato a giudizio, zitto e marciare, presentati a fine luglio alla Corte della Corona.


Atto secondo: 30 Luglio 2007, Corte della Corona.
Bene caro signore, lei è italiano, studente e per giunta piemontese, voleva fare lo spiritoso e seminare il panico nell'aeroporto, e dunque ora estraiamo a sorte una dozzina di inglesi a caso, diamo una parrucca a ciascuno e la processiamo. Nel caso più che probabile che la ritengano colpevole (li scegliamo mica veramente a caso, questi 12 giurati) la pena prevista è di 7 anni. Nel frattempo, lei non può lasciare il paese, non può continuare a lavorare all'università (anzi, le lettere dei suoi professori che attestano che lei in fondo è buono anche se un po' cretino, per cortesia le butti nel cestino quando esce). Da questo momento lei è in libertà vigilata, verrà la polizia a controllare che lei abiti dove ha dichiarato e a seguire i suoi spostamenti. Per inciso, il signore in abito scuro che ha notato stamattina andando al supermercato, faceva solo finta di leggere il giornale.
"Ma scusi, guardate le registrazioni dell'aeroporto -tenta di difendersi il nostro DarioBiduale- vedrete che sono andato io incontro alla guardia, e che non ho urlato né fatto gesti, quindi è ovvio che non volevo seminare il panico!"
"Come dice, le cassette dell'aeroporto? Ah, ma quelle sono state cancellate, come normale, dopo 30 giorni. Cordialità e auguri".


Atto terzo: 30 Ottobre 2007.
Nel frattempo gli avvocati d'ufficio cadono come mosche e rifiutano uno dopo l'altro di occuparsi della difesa, l'ambasciata nicchia "ci preoccuperemo poi se sarà il caso", il povero DarioBiduale è ormai emaciato, avendo finito i soldi e non potendo lasciare la casa.
Difficile stabilire una linea difensiva, non ci sono prove da portare, in fondo questo è un vero e proprio processo alle intenzioni: "Voleva o meno il DarioBiduale seminare il panico nell'aeroporto con la sua affermazione?". Di conseguenza, unico compito dei testimoni è descrivere il carattere e le abitudini dell'imputato. Finalmente si tiene l'udienza, preavviso di 24 ore.
L'avvocato della difesa è un cretino, tanto che persino il giudice lo riprende: "Scusi ma è due ore che parla a vanvera con il testimone, vorrebbe mica fare qualche domanda pertinente per cortesia, e già che c'è dire incidentalmente qualcosa che possa andare a favore del proprio assistito? Tra l'altro, inutile tirarla per lunghe: la giuria deve solo farsi un'idea di che persona possa essere l'imputato, ora l'ha visto e quindi può giudicare".
Il pubblico ministero riesce ciononostante a far cadere in contraddizione il pulotto-testimone-d'accusa (non è tuttora chiaro su cosa possa essersi contraddetto da solo, presumibilmente sul fatto di avere senso dell'umorismo e della misura). DarioBiduale è libero.

Manda un messaggio a tutti gli amici con la dicitura "Finalmente scappo! ma non dalla polizia".

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