Io non so mai rinunciare a dire la mia.
A costo di dimostrare che ho uno sguardo limitato, che penso solo al NOTAV e non al G8 (ma spintadalbass c'era, tanto per dirne una) e che non sono "compagno".
A costo di sembrare che non mi sono "distaccato" dal modello genitoriale (ma un conto è la vita privata, un conto la vita politica); e non pretendo di dire che "sono cresciuto bene" (che ci sono tutta una serie di cose che devo correggere; ma non è detto che siano da imputare ai miei).
Io, non mi sono mai fatto raccontare nei dettagli cosa facevano i miei negli anni '70. So che le battaglie sul divorzio, l'aborto, l'obiezione di coscienza, le condividevano; ma non so cos'abbiano fatto in prima persona. So che facevano sindacato, e che andavano a trovare in galera i compagni di Lotta Continua (ché la Valle è stata anche teatro di terrorismo rosso e di complotti neri). So che collaboravano (più mia madre) ad un giornale catto-comunista, e che si dedicavano ad amministrare il mio piccolo paese (più mio padre).
So che in una Valle di piccoli comuni, si fa più volontariato che politica. Ma è lì che sta il difficile: fare le cose piccole, ma farle tutti i giorni. Che puoi aiutare la "scema del villaggio" a non farsi accoltellare dal marito ubriaco, e cercarle dei lavori. E nel frattempo, scrivi e ti confronti, e cresci, e costruisci amicizie anche tra chi non condivide proprio tutto. E magari, insegni ai bambini delle elementari, quando ancora non andava di moda, a fare la raccolta differenziata.
Credo anche che sia un metodo che paga: che se in Val di Susa abbiamo avuto la prima fabbrica che, su iniziativa degli operai, si è riconvertita per non produrre più armi, un motivo ci sarà.
Che se alla fine il NOTAV ha trovato terreno fertile su cui germogliare, un motivo ci sarà.
Che se gli amici cattolici di quegli anni, sono gli stessi che mandano le mail con il Families Night parlando apertamente di coppie gay, un motivo ci sarà.
E perciò, dal punto di vista politico, vale la pena almeno di considerarla, questa strada.
E sul privato, se mio padre ha dovuto vedermi meno spesso (che di giorno lavorava, e la sera faceva il Sindaco) -e so che gli spiaceva, come quand'ero piccolo piccolo spiaceva a me, ché ho dei ricordi su questo che adesso trovo belli- non vuol dire che sia stato assente. E ne vado orgoglioso, e non per questo ci litigo di meno se lui non capisce perché vorrei andare a vivere per conto mio.
E se mia madre ha rinunciato al lavoro (e ora ditemi che non vorreste anche voi scappare rapidamente da un posto in banca :-P), non per questo è stata meno indipendente.
Bon. Non so se questi pensieri hanno un capo e una coda.
Per il resto, stranamente :-P, condivido la StregaNocciola.
A costo di dimostrare che ho uno sguardo limitato, che penso solo al NOTAV e non al G8 (ma spintadalbass c'era, tanto per dirne una) e che non sono "compagno".
A costo di sembrare che non mi sono "distaccato" dal modello genitoriale (ma un conto è la vita privata, un conto la vita politica); e non pretendo di dire che "sono cresciuto bene" (che ci sono tutta una serie di cose che devo correggere; ma non è detto che siano da imputare ai miei).
Io, non mi sono mai fatto raccontare nei dettagli cosa facevano i miei negli anni '70. So che le battaglie sul divorzio, l'aborto, l'obiezione di coscienza, le condividevano; ma non so cos'abbiano fatto in prima persona. So che facevano sindacato, e che andavano a trovare in galera i compagni di Lotta Continua (ché la Valle è stata anche teatro di terrorismo rosso e di complotti neri). So che collaboravano (più mia madre) ad un giornale catto-comunista, e che si dedicavano ad amministrare il mio piccolo paese (più mio padre).
So che in una Valle di piccoli comuni, si fa più volontariato che politica. Ma è lì che sta il difficile: fare le cose piccole, ma farle tutti i giorni. Che puoi aiutare la "scema del villaggio" a non farsi accoltellare dal marito ubriaco, e cercarle dei lavori. E nel frattempo, scrivi e ti confronti, e cresci, e costruisci amicizie anche tra chi non condivide proprio tutto. E magari, insegni ai bambini delle elementari, quando ancora non andava di moda, a fare la raccolta differenziata.
Credo anche che sia un metodo che paga: che se in Val di Susa abbiamo avuto la prima fabbrica che, su iniziativa degli operai, si è riconvertita per non produrre più armi, un motivo ci sarà.
Che se alla fine il NOTAV ha trovato terreno fertile su cui germogliare, un motivo ci sarà.
Che se gli amici cattolici di quegli anni, sono gli stessi che mandano le mail con il Families Night parlando apertamente di coppie gay, un motivo ci sarà.
E perciò, dal punto di vista politico, vale la pena almeno di considerarla, questa strada.
E sul privato, se mio padre ha dovuto vedermi meno spesso (che di giorno lavorava, e la sera faceva il Sindaco) -e so che gli spiaceva, come quand'ero piccolo piccolo spiaceva a me, ché ho dei ricordi su questo che adesso trovo belli- non vuol dire che sia stato assente. E ne vado orgoglioso, e non per questo ci litigo di meno se lui non capisce perché vorrei andare a vivere per conto mio.
E se mia madre ha rinunciato al lavoro (e ora ditemi che non vorreste anche voi scappare rapidamente da un posto in banca :-P), non per questo è stata meno indipendente.
Bon. Non so se questi pensieri hanno un capo e una coda.
Per il resto, stranamente :-P, condivido la StregaNocciola.
2 commenti:
Più o meno 20 anni fa avevo letto un bel libro di Simack (credo, cmq era un libro di fantascienza) che teorizzava un "mondo nuovo" costruito sulla piccola dimensione, come quella dei paesi, anche se con strutture decisionali nuove. Più o meno 29 anni fa, ho perso quel libro nè lo saprei ritrovare, ma rimango convinta che avesse ragione: nel piccolo, molte cose sono più facili - e con questo non voglio dire che si hanno meno meriti, anzi. E noi drogati di città (la città dà assuefazione, come no) tentiamo spesso di ricreare quella dimensione in vari modi, ma non è la stessa cosa.
come hai fatto a leggerlo 20 anni fa e a perderlo 9 anni prima? sei un miracolo con due gambe, monz :O)
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