Benvenuto

"Come odio avere sempre ragione!"

Ian Malcolm, Jurassic Park

...e questo giusto per far contenta la Nessie...
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
C.G. Jung


"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
Dr. House


"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
Stacy, Dr. House


"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
Albus Silente, Le Fiabe di Beda il Bardo, J.K.Rowling

martedì 15 maggio 2007

Cassandra - lettera alla comunety (d'addio?)

C'è chi non ha mai capito il senso della frase qui sopra: "come odio avere sempre ragione".
Che può sembrare arrogante, o può far pensare che non ci si metta mai in discussione. Ma il senso non è quello (nemmeno nel film, a dire il vero, che è il momento in cui il matematico-tratto-dal-grande-Heinz-Pagels viene attaccato dal tirannosauro, dopo che aveva previsto che sarebbe andato tutto a ramengo, e quindi sarà irrealistico, ma anche ironico e soprattutto autoironico; che lui sapeva come sarebbero andate le cose e ci si è ficcato lo stesso).
Il senso è un po' una sindrome di Cassandra. Che uno la razionalità la usa ancora, mediamente capisce cosa è realistico e cosa no, e tipicamente la cosa più plausibile non è molto bella (il pessimista è un ottimista bene informato). E allora lo sa come andranno a finire le cose; ma sceglie di illudersi, di chiudere gli occhi. Non perché sia del tutto idiota, ma per godersi il meglio, per trovare la forza, e perché no anche per continuare a sperare. Sceglie di vivere e di farsi male.
Che continuo a pensare che ne valga la pena.
Poi la sindrome di Cassandra ha anche un risvolto sugli altri, quando si presume -qui sì con una buona dose di arroganza- di essere più lucidi. E uno non è che si diverta, quando eventualmente capita, a dire "te l'avevo detto…", che in genere rimane l'amaro in bocca: è una soddisfazione magrissima e meschina e tardiva quando la tua città è in fiamme e si sono fatti male un po' tutti (tu per primo, eh, non fingiamoci altruisti).

Allora, Nessie, io avrei preferito non mettere in piazza alcune cose; ma siccome ci tengo a parlare e togliere ogni dubbio, anziché stare zitto e sembrare scemo :-P, che almeno si sappia che scemo sono, ma non un voyeur e nemmeno un esibizionista. Le confidenze più riservate continuo a tenermele per me, quelle di San Sicario, per dire, certe spiegazioni, certe debolezze che mi hai detto di non dire a nessuno. E mi pesa, che mi servirebbe parlarne con gli amici per sfogarmi. Ma tu allora per favore non ti arrabbiare, e non mi dipingere malamente.
È vero, forse a leggere il post degli ulivi ci sarei rimasto male comunque, che avrei sperato di suscitare io quei sentimenti, ed è inutile che tu dica che sei venuta anche a Torino, fino a Roma per me non l'avresti fatto. Con ciò, nessuno ti rinfaccia nulla, ovviamente; semplicemente rimango un po' deluso da me stesso, oppure un po' spiaciuto perché non tutto è andato secondo i migliori desideri. E tutti amici come prima.
Quello che mi dà fastidio, è che tu scriva che ti sei limitata per non farmi star male. Magari l'hai fatto e io non lo vedo, e questo commento è ingiusto. Però -così mi hai detto- dopo aver conosciuto l'Ulivo, ma prima di esserne coinvolta, mi hai mandato diverse mail. E mi hai scritto che non avevi bisogno della psicologa, per capire che certi comportamenti che hai avuto con me erano dei segnali importanti. Che ti spiaceva di non avermi mai detto "ti amo". Che eri stufa di avere delle cotte e poi fartele passare altrettanto in fretta, e volevi lavorare su questo (per te stessa, giustamente). Che mi sarei meritato (?!) un comportamento diverso da parte tua, e volevi farla finita con la tua personalità "stronza" (io te l'ho sempre detto, che al massimo la consideravo fragile; e sai anche che per questo motivo tuttimapropriotutti mi hanno dato dell'idiota e dell'illuso).
Allora, se mi sento ferito non è perché penso che tu abbia fatto qualcosa di sbagliato (che non lo penso) né qualcosa di ingiusto nei miei confronti (che ci mancherebbe altro, obblighi non ne hai), ma perché penso che mi hai mandato segnali doppi, ed è quello che mi ha dato una delusione; oltre che mi sembra che tu ti fossi ripromessa per te stessa di fare delle cose, e poi non le abbia mantenute; e hai ragione che non sono fatti miei, ma -e scusa il paternalismo- mi sento un po' deluso anche per te.
Poi magari non ho capito nulla, e tutto funzionerà a meraviglia, e tu prenderai una certa strada e la tua vita prenderà tutta una bella piega; e allora sai che, anche se magari adesso non riesco a farlo, ne sarò felice per te.

Sempre sperando di non essere affetto dalla sindrome di Cassandra; e ti assicuro che non è una gufata.

6 commenti:

e.talpa ha detto...

Qualcuno mi dice che sembra che io voglia dire che potrei ricattare perché ho il coltello dalla parte del manico; qualcun altro che sono stato "un signore" (giuro).

Non mi sembra di essere stato né l'uno né l'altro. Stupidamente, soltanto non volevo passare per quello che non sono. Se ho violato la privacy, mi spiace; ma -ripeto- se qualcuno mi deve detestare, per qualunque motivo, che almeno lo faccia per ciò che ho fatto o non ho fatto, e non per un'ombra di cattiva interpretazione.

Anonimo ha detto...

Solo io mi chiedo, ma perchè lettera alla comunety?
Io penso che a noi non ce ne può fregare di meno del
perchè e del per-come vi siete lasciati, quando e
dove. Ci conosciamo tutti abbastanza bene e prima
delle storie incredibili della Nessi abbiamo vissuto
le mie, quelle di Paolino, ci sono i casini della
gigi, che non si vedono e non si sentono, ci sono ex
fidanzati che spuntano come i funghi e poi scompaiono
e forse si sono suicidati, ci sono donne ricce, storie
a distanza, abbiamo visto di tutto.
Quindi tu chiarisciti conla Nessi, che fa bene a te e
fa bene a lei. Ma non chiamarci in causa, che noi
siamo impegnati a fare minchionate anche peggiori :-)

e.talpa ha detto...

Boh, Ema, evidentemente abbiamo una sensibilità diversa. Lettera alla comune-ty, perché non mi riconoscevo nell'immagine che di me veniva fuori dal post della Nessie sui blog di Pulcinella.

lanessie ha detto...

Allora, io i riti del lutto li ho studiati in antropologia culturale. e se tu hai bisogno di salutare tutti come se ti stessi imbarcando sul titanic, per accettare che ci siamo lasciati, ok. Il senso della misura, però, anche quello di solito è un codice sociale che si apprende da piccoli.

e.talpa ha detto...

Scusa, eh, ma sei tu che mi hai tirato in ballo nel tuo post...

E non mi pare di aver detto nulla di eccessivo, ma forse non ho capito cosa potesse ferirti. Non puoi negare, però, che il grosso l'ho lasciato fuori.

e.talpa ha detto...

@ Nessie
PS. Mi pare abbastanza difficile, o cmq imabarazzante (sarà antropologia piemontese) pensare di frequentare i tuoi amici, a 200 km di distanza, quando non ci sei.