Ecco. L'ho lasciata.
Anzi, le ho detto che la lasciavo. Che tra il dire e il fare, ci vuole un mare di costanza… e 200 km di distanza forse non bastano. Non c'era bisogno che mi dicesse che non aveva fatto apposta a farmi del male… ché io la debolezza la capisco fin troppo bene, anche se, Nessie, non hai creduto che lo facessi.
Immagino che qualcuno tirerà pure un sospiro di sollievo: e potrebbe pure non avere tutti i torti, che poi ho fatto quest'altro test scherzoso, ed è venuto fuori che sarei Hannibal Lecter. Ma, ecco, se è vero che il saggio non è colui che non ha mai sbagliato, ma quello che ha fatto tutti gli errori possibili, io -senza pretese di saggezza- penso di aver fatto abbastanza cazzate tra giovinezza e adolescenza per essere ragionevolmente sicuro che non le avrei mai fatto del male, fisicamente.
Tra la schiera di quelli che pensano che avrei potuto farle del male psicologicamente, invece, mi ci metto anch'io; ma, vorrei dire, è tutto complicato, e io non abbastanza preparato, e poi non sarebbe il mio ruolo (e lo dice anche lei). E se l'ho fatto, vi prego di credermi, anche in questo caso è stato per debolezza, o perché non sapevo cos'era meglio fare, o tutte e due le cose: ma non l'ho fatto apposta.
E allora perché mi sento un orco cattivo, un po' verso me stesso e un po' verso di lei?
Anzi, le ho detto che la lasciavo. Che tra il dire e il fare, ci vuole un mare di costanza… e 200 km di distanza forse non bastano. Non c'era bisogno che mi dicesse che non aveva fatto apposta a farmi del male… ché io la debolezza la capisco fin troppo bene, anche se, Nessie, non hai creduto che lo facessi.
Immagino che qualcuno tirerà pure un sospiro di sollievo: e potrebbe pure non avere tutti i torti, che poi ho fatto quest'altro test scherzoso, ed è venuto fuori che sarei Hannibal Lecter. Ma, ecco, se è vero che il saggio non è colui che non ha mai sbagliato, ma quello che ha fatto tutti gli errori possibili, io -senza pretese di saggezza- penso di aver fatto abbastanza cazzate tra giovinezza e adolescenza per essere ragionevolmente sicuro che non le avrei mai fatto del male, fisicamente.
Tra la schiera di quelli che pensano che avrei potuto farle del male psicologicamente, invece, mi ci metto anch'io; ma, vorrei dire, è tutto complicato, e io non abbastanza preparato, e poi non sarebbe il mio ruolo (e lo dice anche lei). E se l'ho fatto, vi prego di credermi, anche in questo caso è stato per debolezza, o perché non sapevo cos'era meglio fare, o tutte e due le cose: ma non l'ho fatto apposta.
E allora perché mi sento un orco cattivo, un po' verso me stesso e un po' verso di lei?
***
Allora, non sono convinto di aver fatto una cosa furbissima -egoisticamente, intendo- lasciandola. Che se ci stavo insieme, è perché mi piaceva farlo. Poi è vero che mi stava portando sull'orlo dell'esaurimento: ma è da vedere se non sia dovuto a un mio modo di vivere le cose, di pretendere sempre troppo; e se è così, allora mi ricapita con chiunque io stia, e allora o sto da solo, oppure cambio atteggiamento, e a 'sto punto non è stare o non stare con lei, il problema.
Anzi. La fregatura è che una volta che si ascolta il canto delle sirene, conviene avere degli amici pronti a legarti per non farti correre da loro. Siccome so che la Nessie non riesce proprio a vedersi come sirena (è che si disegna cosà) so anche che servirà a poco che io lo scriva. Ma che cavolo, è il mio blog, e scrivo anche per me. :-)
Potrei buttarla su qualche battuta adolescenziale sul sesso; o dire che la mattina mentre si va verso il bunker, piuttosto che ascoltare Platinette alla radio, è meglio ascoltare la Nessie dall'autobus piombato.
Ma il fatto è che si vede come fa la teatralizzazione di scienze con i bambini, per dire. Dà una soddisfazione pazzesca se lei alle tre di notte chiama te. Si vede che prepara il pezzo di Portella delle Ginestre in biblioteca in dieci minuti, mentre tu arranchi su una presentazione power point. E poi senti provare il pezzo a casa di Helen, e ti commuove già lì, e ti immagini come può essere al Mazda davanti a seimila persone ammutolite, e ti viene una voglia pazza di essere lì, e dire, come la StregaNocciola, ecco, quello è gramsci29.
E la cosa di cui dovresti convincerti, Nessie, e che sono sicuro prima o poi vedrai -preferirei prima, ma vabbé :-)- è che se queste cose basta un week end in valsusa per vederle, dove si scherza un po' e si faranno due discorsi seri al massimo, e se le intuisce in un attimo persino uno scientista ottuso come me, non devono poi essere nascoste troppo in profondità.
E allora, smettila di specchiarti in una lente deformante.
Anzi. La fregatura è che una volta che si ascolta il canto delle sirene, conviene avere degli amici pronti a legarti per non farti correre da loro. Siccome so che la Nessie non riesce proprio a vedersi come sirena (è che si disegna cosà) so anche che servirà a poco che io lo scriva. Ma che cavolo, è il mio blog, e scrivo anche per me. :-)
Potrei buttarla su qualche battuta adolescenziale sul sesso; o dire che la mattina mentre si va verso il bunker, piuttosto che ascoltare Platinette alla radio, è meglio ascoltare la Nessie dall'autobus piombato.
Ma il fatto è che si vede come fa la teatralizzazione di scienze con i bambini, per dire. Dà una soddisfazione pazzesca se lei alle tre di notte chiama te. Si vede che prepara il pezzo di Portella delle Ginestre in biblioteca in dieci minuti, mentre tu arranchi su una presentazione power point. E poi senti provare il pezzo a casa di Helen, e ti commuove già lì, e ti immagini come può essere al Mazda davanti a seimila persone ammutolite, e ti viene una voglia pazza di essere lì, e dire, come la StregaNocciola, ecco, quello è gramsci29.
E la cosa di cui dovresti convincerti, Nessie, e che sono sicuro prima o poi vedrai -preferirei prima, ma vabbé :-)- è che se queste cose basta un week end in valsusa per vederle, dove si scherza un po' e si faranno due discorsi seri al massimo, e se le intuisce in un attimo persino uno scientista ottuso come me, non devono poi essere nascoste troppo in profondità.
E allora, smettila di specchiarti in una lente deformante.
***
Credo, Nessie, che anche tu mi abbia giudicato un po' ingiustamente. Per carità, hai dei motivi per dubitare di me, nessuno lo nega. Ma non credo di non averti capita, sai; ad esempio per quanto riguarda il Mazda, lo so perché mi hai chiesto di non venire.
Se cerco di spiegarti che dal mio punto di vista è come se Mozart suonasse per tutti e dicesse alla fidanzata di non ascoltarlo, non è perché non ti sostengo, è perché ho bisogno che tu anche, capisca cosa vuol dire per me.
E lo so, che ti dà fastidio sapere che io potrei forzarti, che ti mette ansia che io la possa pensare diversamente su qualche tua fragilità. È che continuo a pensare che dovresti provare anche ad affrontarle di brutto, oltre al modo che già fai: tu mi hai capito. Con questo, so benissimo che ti fa bene affrontarle come le affronti, non è vero che non ti appoggio: e infatti io sono convinto di averti già vista andare nella direzione che vuoi prendere, anche se non ti sembra.
E allora, perdonami, non sono convinto nemmeno che sia una cosa furbissima per te, lasciarti. Ché se -per rimanere sugli esempi- hai bisogno di essere "sola" al Mazda, allora, amanti a parte, hai poche alternative: o stai con uno di cui non gliene importa nulla di esserci (e allora, pur nella mia ignoranza della psicologia, non credo sia una genialata), o stai da sola (e idem), oppure capisci che ti si possa rispettare, e nello stesso tempo voler essere li. E magari, il passo successivo, è fidarsi del fatto che non capita nulla di tragico, se poi c'è anche lui (anche al di là del simbolo del Mazda).
Continuo ad essere convinto che, finché non provi (e rischi, per carità), sarà dura; e perciò dovresti provare; magari partendo da una persona di cui hai più fiducia (e qui, per essere fini, so bene di starmi tagliando le palle da solo). Lo so bene che è facile dirsi; ma -sarà di poco incoraggiamento- le paure non si affrontano quando si è preparati, perché non ci si sente mai preparati di fronte alle proprie paura; "semplicemente" ad un certo punto si ha la forza di rischiare.
Credimi, ce la puoi fare. E una volta fatta la prima volta, vedrai che le successive è sempre più facile, anche se l'ansia un po' rimane.
Lo so, continuo a chiedere troppo, che mi piacerebbe che la prossima volta che hai voglia di piangere tutta la notte, chiamassi me. È che mi farebbe sentire un po' più contento di me stesso, e un po' meno orco cattivo.
Se cerco di spiegarti che dal mio punto di vista è come se Mozart suonasse per tutti e dicesse alla fidanzata di non ascoltarlo, non è perché non ti sostengo, è perché ho bisogno che tu anche, capisca cosa vuol dire per me.
E lo so, che ti dà fastidio sapere che io potrei forzarti, che ti mette ansia che io la possa pensare diversamente su qualche tua fragilità. È che continuo a pensare che dovresti provare anche ad affrontarle di brutto, oltre al modo che già fai: tu mi hai capito. Con questo, so benissimo che ti fa bene affrontarle come le affronti, non è vero che non ti appoggio: e infatti io sono convinto di averti già vista andare nella direzione che vuoi prendere, anche se non ti sembra.
E allora, perdonami, non sono convinto nemmeno che sia una cosa furbissima per te, lasciarti. Ché se -per rimanere sugli esempi- hai bisogno di essere "sola" al Mazda, allora, amanti a parte, hai poche alternative: o stai con uno di cui non gliene importa nulla di esserci (e allora, pur nella mia ignoranza della psicologia, non credo sia una genialata), o stai da sola (e idem), oppure capisci che ti si possa rispettare, e nello stesso tempo voler essere li. E magari, il passo successivo, è fidarsi del fatto che non capita nulla di tragico, se poi c'è anche lui (anche al di là del simbolo del Mazda).
Continuo ad essere convinto che, finché non provi (e rischi, per carità), sarà dura; e perciò dovresti provare; magari partendo da una persona di cui hai più fiducia (e qui, per essere fini, so bene di starmi tagliando le palle da solo). Lo so bene che è facile dirsi; ma -sarà di poco incoraggiamento- le paure non si affrontano quando si è preparati, perché non ci si sente mai preparati di fronte alle proprie paura; "semplicemente" ad un certo punto si ha la forza di rischiare.
Credimi, ce la puoi fare. E una volta fatta la prima volta, vedrai che le successive è sempre più facile, anche se l'ansia un po' rimane.
Lo so, continuo a chiedere troppo, che mi piacerebbe che la prossima volta che hai voglia di piangere tutta la notte, chiamassi me. È che mi farebbe sentire un po' più contento di me stesso, e un po' meno orco cattivo.