Benvenuto

"Come odio avere sempre ragione!"

Ian Malcolm, Jurassic Park

...e questo giusto per far contenta la Nessie...
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
C.G. Jung


"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
Dr. House


"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
Stacy, Dr. House


"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
Albus Silente, Le Fiabe di Beda il Bardo, J.K.Rowling

giovedì 29 marzo 2007

Se non ora, quando?

Ho appena ricevuto questa lettera dal Sindaco di Condove, insegnante di religione.
E mi ha commosso.

“Chi ha cominciato a leggere queste righe, ma in passato ha già partecipato a manifestazioni contro l’alta velocità, ha già seguito più volte le serate informative sull’argomento, indette qua e là per la valle e ha già appeso alla finestra di casa gli striscioni No Tav, può lasciar perdere la lettura. Questo testo è per altre persone, raggruppabili in alcune categorie, che qui proverò a tratteggiare.
E’ per quelli che tante volte, in passato, mi hanno detto: ci vediamo alla manifestazione!
E poi non sono mai arrivati.
Che mi hanno detto: ci vediamo alla marcia!
E poi non hanno mosso un passo fuori dalla porta, sperando che la defezione non fosse grave e che nessuno notasse la loro assenza (…tanto ci sarà già un sacco di gente…)
E’ per quelli che, con sguardo basso e rassegnato, fino ad oggi hanno tacitato la propria coscienza e giustificato il disimpegno, dicendo: tanto se vogliono farlo, il Tav, lo faranno comunque. Trascurando il dettaglio di quei 12 anni (quelli appena trascorsi) in cui comunque, a forza di No, l’alta velocità in Valle di Susa è stata costretta a rallentare, a cercare percorsi alternativi, a nascondersi nelle profondità delle montagne…
E’ per quelli che, in occasione di precedenti manifestazioni, non sono usciti di casa: perché non mi piace certo il Tav, ma io con tutte quelle bandiere rosse non centro nulla…
Dimostrando di non aver mai notato l’arcobaleno di tutte le altre forze in campo e soprattutto dimostrando di non aver capito che il No Tav in Valle è una questione che sta al di là e al di sopra di qualunque schieramento politico.
E’ per quelli che, con aria di superiorità, mi hanno detto: il Tav non si ferma certo con le marce!
Ma poi non sono mai stati in grado di trovare idee più intelligenti e, nel frattempo, hanno preferito non accorgersi che, accanto alle marce, il lavoro procedeva anche in altre direzioni.
Per tutti costoro il 31 maggio rappresenterà una giornata ideale per ripensare alle tante occasioni mancate.
Magari sarà la volta buona per buttare via tutti quegli alibi costruiti dall’indifferenza.
Magari sarà la volta giusta per capire che in certe occasioni l’impegno individuale è un imperativo morale.
Che a volte, più che con le bandiere rosse, è il caso di fare i conti con la propria coscienza.
Che sempre è importante mettersi in gioco, anche se non si ha sempre la certezza della vittoria.
E’ a tutti costoro che dedico il ritornello di una canzone scritta nel ghetto polacco di Kossovo e che Primo Levi mette in bocca ad un ebreo partigiano, in Russia:

Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come?
E se non ora, quando?”


Questo scrivevo il 16 maggio 2003, alla vigilia della prima davvero “grande” marcia contro l’alta velocità che la nostra Valle ha saputo costruire.
Poi ci sono state altre marce. Ci sono stati momenti epici e momenti tragici. Ci siamo trovati a costruire presidi sotto al sole e a riconquistarci Venaus sotto la neve.
Sabato sarà nuovamente ora di metterci in marcia. Con consapevolezze nuove, con amicizie nuove, strette su e giù per l’Italia, con la ricchezza di una esperienza di democrazia che in giro pare non avere eguali.
Certo, lo sappiamo, sono cambiate un sacco di cose, da quel lontanissimo maggio del 2003. Magari siamo anche un po’ stanchi. Magari qualcuno avrebbe voglia di lasciar fare ad altri, questa volta. E invece dobbiamo avere lo stesso caparbio dovere di allora: quello di non delegare, di non aspettarsi che altri marcino al posto nostro. I piedi, insieme al cuore, dobbiamo nuovamente metterli noi, proprio perché
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come?
E se non ora, quando?”


Ci vediamo sabato.
Barbara

Nessun commento: