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"Come odio avere sempre ragione!"

Ian Malcolm, Jurassic Park

...e questo giusto per far contenta la Nessie...
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
C.G. Jung


"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
Dr. House


"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
Stacy, Dr. House


"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
Albus Silente, Le Fiabe di Beda il Bardo, J.K.Rowling

giovedì 20 novembre 2008

I Libri di Luca

Ho appena finito di leggere "il primo libro dove i protagonisti sono i lettori!". Da questa lapidaria recensione, m'era venuto in mente un commento di Umberto Eco, intervistato a proposito del Nome della Rosa: gli chiedeva, l'acuto intervistatore, del contenuto di novità del suo libro dal punto di vista giallistico; ed Eco, volendo intendere che l'intrigo poliziesco era piuttosto un pretesto, rispose che dei ricercatori inglesi avevano recentemente trovato che l'unica trama giallistica non ancora sfruttata era quella in cui l'assassino fosse il lettore. Da allora mi ossessiona l'idea di scrivere un libro che susciti nel lettore tanta ripulsa per un personaggio da spingerlo a desiderarne la morte, in modo da poterlo indicare in conclusione come metaforico assassino.
Bene, I libri di Luca non c'entra nulla in tutto questo. Ma d'altra parte, I libri di Luca c'entra ben poco anche col nanetto che mi appresto a raccontare, se non come curiosa coincidenza.
Ho appena finito di leggere "il primo libro dove i protagonisti sono i lettori!", dunque, e mi trovo a gironzolare senza meta per Piazza Dante a Napoli, quando mi imbatto in uno stretto vicolo tappezzato di rivendite di libri scolastici. Da una di queste, spunta un collega venuto per il figlio. Gli dico che girovago per bancarelle alla ricerca di un paio di edizioni fuori stampa, mi consiglia un negozietto un poco più avanti.
Esterno da grande supermercato, una piccola indicazione stradale, marrone turismo, lo dichiara però patrimonio dell'umanità; e un cartello scritto a mano promette un misterioso e seminascosto piano ammezzato dedicato a libreria antiquaria. Me lo indica un simpatico ometto in panciotto e cravatta, che dirige il vecchio e il nuovo con uno sguardo che brilla arguto dietro occhiali da topo, impegnato a fumare, più placido del bruco di Alice, con un fornitore. Chiedo un Remarque qualsiasi edizione, ma non il Niente di nuovo... che tutti (tranne me) hanno letto, bensì La via del ritorno. Non ce l'ha, ma confida di trovarlo e potermelo spedire. Se per intanto voglio dare un'occhiata... Mi perdo in un labirinto di corridoi le cui pareti sono interamente formate da libri, alto come la Stanza delle Necessità, con quell'odore di polvere familiare e d'infanzia, con quel clima di austerità da vecchia stampa, che solo la carta antica trasmette ben più delle cattedrali.
Ci sarebbe da perdersi, mi accontento de Il colombre e altri cinquanta racconti, che cercavo da quindici anni (e son sicuro che nelle mille ristampe successive, Povero bambino! non è stato più pubblicato). O perlomeno sono stato così scemo da non trovarlo fin quando non ho messo piede in una libreria magica, perciò non guastatemi la festa!

1 commento:

Anonimo ha detto...

:-)