Benvenuto
"Come odio avere sempre ragione!"
Ian Malcolm, Jurassic Park
Ian Malcolm, Jurassic Park
...e questo giusto per far contenta la Nessie...
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
C.G. Jung
"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
Dr. House
"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
Stacy, Dr. House
"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
Albus Silente, Le Fiabe di Beda il Bardo, J.K.Rowling
venerdì 21 novembre 2008
giovedì 20 novembre 2008
Ho imparato...
Altre cose che ho scoperto a Napoli:
1. Se ogni tanto si accendesse il cervello geografico, non ci sarebbe bisogno di recarsi fisicamente in una piazza e notare dei lavori in corso, per dedurre che se su una cartina della metro una linea è tratteggiata, significa che è ancora in costruzione;
2. Se in ascensore incontrate una ragazza con un plico di dispense sotto braccio che saluta familiarmente il receptionist, il quale le porge la chiave senza bisogno di chiederle il numero della stanza, paradossalmente NON è più probabile che sia un'insegnante che ha appena tenuto un corso di formazione e che ha passato la notte precedente col receptionist, ma che sia una collega apprendista alla terza settimana consecutiva di corso in trasferta;
3. Che esistono persone under 30 che vanno in chiesa prima di andare a cena;
4. Che in via San Gregorio Armeno, oltre ai presepi, ci sono sprazzi di ironia napoletana kitch come questa, la cui didascalia me la fornisce in diretta Gorilla Blues, che sto leggendo:
«I documenti glieli hanno fregati. Il certificato di nascita è una brutta storia (...) il padre pensava di doverlo registrare in Egitto...»
«In Comune hanno tutti scritto Giocondo sulla fronte?»
«No, ma neanche Lega Nord»
5. Che il Cristo Velato è talmente spettacolare che Canova se lo voleva sgamare; e se chiedo a una guida perché mai però abbia la ferita al costato sulla destra se il cuore è a sinistra, metto in crisi una povera fanciulla, ma non il suo collega anziano, che non conosce manco lui la risposta, ma mi intorta per mezz'ora per mostrarmi come comunque tutta l'iconografia cristiana riporti da sempre la ferita alla destra. (Per inciso, in generale la cappella di Sansevero è una simpatica e curiosa accozzaglia di personaggi di Cervantes; e trovo geniale la scultura della deposizione con tanto di Sindone sorretta da dei putti, che però è dorata e anche se nessuno lo dice son sicuro ruota su stessa e nasconde il tabernacolo);
6. Che dato un qualsiasi luogo io scelga di visitare a caso, fosse anche una cappella, esiste sempre un civico adiacente (numeri pari e dispari sono bizzarramente sullo stesso lato della strada) al quale è presente una sede di Sinistra Critica;
7. Che il Laboratorio Okkupato Ska ha dei murales bellissimi;
8. Che i tramonti visti volando sopra le nuvole hanno colori mille volte più intensi.
1. Se ogni tanto si accendesse il cervello geografico, non ci sarebbe bisogno di recarsi fisicamente in una piazza e notare dei lavori in corso, per dedurre che se su una cartina della metro una linea è tratteggiata, significa che è ancora in costruzione;
2. Se in ascensore incontrate una ragazza con un plico di dispense sotto braccio che saluta familiarmente il receptionist, il quale le porge la chiave senza bisogno di chiederle il numero della stanza, paradossalmente NON è più probabile che sia un'insegnante che ha appena tenuto un corso di formazione e che ha passato la notte precedente col receptionist, ma che sia una collega apprendista alla terza settimana consecutiva di corso in trasferta;
3. Che esistono persone under 30 che vanno in chiesa prima di andare a cena;
4. Che in via San Gregorio Armeno, oltre ai presepi, ci sono sprazzi di ironia napoletana kitch come questa, la cui didascalia me la fornisce in diretta Gorilla Blues, che sto leggendo:
«I documenti glieli hanno fregati. Il certificato di nascita è una brutta storia (...) il padre pensava di doverlo registrare in Egitto...»
«In Comune hanno tutti scritto Giocondo sulla fronte?»
«No, ma neanche Lega Nord»
5. Che il Cristo Velato è talmente spettacolare che Canova se lo voleva sgamare; e se chiedo a una guida perché mai però abbia la ferita al costato sulla destra se il cuore è a sinistra, metto in crisi una povera fanciulla, ma non il suo collega anziano, che non conosce manco lui la risposta, ma mi intorta per mezz'ora per mostrarmi come comunque tutta l'iconografia cristiana riporti da sempre la ferita alla destra. (Per inciso, in generale la cappella di Sansevero è una simpatica e curiosa accozzaglia di personaggi di Cervantes; e trovo geniale la scultura della deposizione con tanto di Sindone sorretta da dei putti, che però è dorata e anche se nessuno lo dice son sicuro ruota su stessa e nasconde il tabernacolo);
6. Che dato un qualsiasi luogo io scelga di visitare a caso, fosse anche una cappella, esiste sempre un civico adiacente (numeri pari e dispari sono bizzarramente sullo stesso lato della strada) al quale è presente una sede di Sinistra Critica;
7. Che il Laboratorio Okkupato Ska ha dei murales bellissimi;
8. Che i tramonti visti volando sopra le nuvole hanno colori mille volte più intensi.
I Libri di Luca
Ho appena finito di leggere "il primo libro dove i protagonisti sono i lettori!". Da questa lapidaria recensione, m'era venuto in mente un commento di Umberto Eco, intervistato a proposito del Nome della Rosa: gli chiedeva, l'acuto intervistatore, del contenuto di novità del suo libro dal punto di vista giallistico; ed Eco, volendo intendere che l'intrigo poliziesco era piuttosto un pretesto, rispose che dei ricercatori inglesi avevano recentemente trovato che l'unica trama giallistica non ancora sfruttata era quella in cui l'assassino fosse il lettore. Da allora mi ossessiona l'idea di scrivere un libro che susciti nel lettore tanta ripulsa per un personaggio da spingerlo a desiderarne la morte, in modo da poterlo indicare in conclusione come metaforico assassino.
Bene, I libri di Luca non c'entra nulla in tutto questo. Ma d'altra parte, I libri di Luca c'entra ben poco anche col nanetto che mi appresto a raccontare, se non come curiosa coincidenza.
Ho appena finito di leggere "il primo libro dove i protagonisti sono i lettori!", dunque, e mi trovo a gironzolare senza meta per Piazza Dante a Napoli, quando mi imbatto in uno stretto vicolo tappezzato di rivendite di libri scolastici. Da una di queste, spunta un collega venuto per il figlio. Gli dico che girovago per bancarelle alla ricerca di un paio di edizioni fuori stampa, mi consiglia un negozietto un poco più avanti.
Esterno da grande supermercato, una piccola indicazione stradale, marrone turismo, lo dichiara però patrimonio dell'umanità; e un cartello scritto a mano promette un misterioso e seminascosto piano ammezzato dedicato a libreria antiquaria. Me lo indica un simpatico ometto in panciotto e cravatta, che dirige il vecchio e il nuovo con uno sguardo che brilla arguto dietro occhiali da topo, impegnato a fumare, più placido del bruco di Alice, con un fornitore. Chiedo un Remarque qualsiasi edizione, ma non il Niente di nuovo... che tutti (tranne me) hanno letto, bensì La via del ritorno. Non ce l'ha, ma confida di trovarlo e potermelo spedire. Se per intanto voglio dare un'occhiata... Mi perdo in un labirinto di corridoi le cui pareti sono interamente formate da libri, alto come la Stanza delle Necessità, con quell'odore di polvere familiare e d'infanzia, con quel clima di austerità da vecchia stampa, che solo la carta antica trasmette ben più delle cattedrali.
Ci sarebbe da perdersi, mi accontento de Il colombre e altri cinquanta racconti, che cercavo da quindici anni (e son sicuro che nelle mille ristampe successive, Povero bambino! non è stato più pubblicato). O perlomeno sono stato così scemo da non trovarlo fin quando non ho messo piede in una libreria magica, perciò non guastatemi la festa!
Bene, I libri di Luca non c'entra nulla in tutto questo. Ma d'altra parte, I libri di Luca c'entra ben poco anche col nanetto che mi appresto a raccontare, se non come curiosa coincidenza.
Ho appena finito di leggere "il primo libro dove i protagonisti sono i lettori!", dunque, e mi trovo a gironzolare senza meta per Piazza Dante a Napoli, quando mi imbatto in uno stretto vicolo tappezzato di rivendite di libri scolastici. Da una di queste, spunta un collega venuto per il figlio. Gli dico che girovago per bancarelle alla ricerca di un paio di edizioni fuori stampa, mi consiglia un negozietto un poco più avanti.
Esterno da grande supermercato, una piccola indicazione stradale, marrone turismo, lo dichiara però patrimonio dell'umanità; e un cartello scritto a mano promette un misterioso e seminascosto piano ammezzato dedicato a libreria antiquaria. Me lo indica un simpatico ometto in panciotto e cravatta, che dirige il vecchio e il nuovo con uno sguardo che brilla arguto dietro occhiali da topo, impegnato a fumare, più placido del bruco di Alice, con un fornitore. Chiedo un Remarque qualsiasi edizione, ma non il Niente di nuovo... che tutti (tranne me) hanno letto, bensì La via del ritorno. Non ce l'ha, ma confida di trovarlo e potermelo spedire. Se per intanto voglio dare un'occhiata... Mi perdo in un labirinto di corridoi le cui pareti sono interamente formate da libri, alto come la Stanza delle Necessità, con quell'odore di polvere familiare e d'infanzia, con quel clima di austerità da vecchia stampa, che solo la carta antica trasmette ben più delle cattedrali.
Ci sarebbe da perdersi, mi accontento de Il colombre e altri cinquanta racconti, che cercavo da quindici anni (e son sicuro che nelle mille ristampe successive, Povero bambino! non è stato più pubblicato). O perlomeno sono stato così scemo da non trovarlo fin quando non ho messo piede in una libreria magica, perciò non guastatemi la festa!
martedì 11 novembre 2008
Faccialibro
Ehi! amici! ma sì, non fate finta di niente, tutti voi che siete schiavi di faccialibro! mi spiegate perché cavolo non riesco a far comparire nel mio profilo di facebook i risultati dei test stupidi che mi inviate?! uffa! con quello di ARRIpotter c'ero riuscito :(
Sei un neonato psicopatico con l'ambizione di conquistare il mondo e una serie di mostruose manie di persecuzione, l'intelligenza abbonda nel tuo capoccione ma è talmente finalizzata all'odio e alla conquista che non ha modo di esprimersi appieno. Magari gli altri non sono li fuori solo per tramare alle tue spalle, magari stanno solo passeggiando con il cane (che non si trasforma in una bestia forzuta come la tigre di he man).
Sei un neonato psicopatico con l'ambizione di conquistare il mondo e una serie di mostruose manie di persecuzione, l'intelligenza abbonda nel tuo capoccione ma è talmente finalizzata all'odio e alla conquista che non ha modo di esprimersi appieno. Magari gli altri non sono li fuori solo per tramare alle tue spalle, magari stanno solo passeggiando con il cane (che non si trasforma in una bestia forzuta come la tigre di he man).
lunedì 10 novembre 2008
venerdì 7 novembre 2008
da Vicenza e dalla Val di Susa:
Lettera aperta agli studenti, ai precari, agli insegnanti, ai genitori impegnati nella difesa di un bene comune: la scuola e l'università
Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Abbiamo incrociato i vostri sguardi e abbiamo ritrovato la nostra determinazione: quella di chi non cerca un privilegio ma con il proprio impegno difende l'oggi di se stesso e il domani di tanti altri.
Siamo donne e uomini di Vicenza, della Val di Susa e di tante altre realtà riunite nel Patto di Mutuo Soccorso mobilitate in maniera permanente per difendere la nostra terra e la nostra acqua, le nostre città, le nostre valli e il nostro futuro: che si tratti di nuove basi militari, di nuove linee ad alta velocità, di nuove discariche e nuovi inceneritori, di sorgenti svendute al miglior offerente o di quant’altro poco cambia: beni comuni sottratti alla collettività, spazi di democrazia cancellati.
In questi anni abbiamo imparato a guardarci intorno, a conoscere e interrogare. Vogliamo capire e imparare, costruire e creare. Come voi ci riuniamo in assemblea. Come voi cerchiamo di valorizzare la nostra creatività e la nostra diversità. Come voi difendiamo beni comuni che i governi vorrebbero sottrarci: l'accesso ai saperi per regalarlo ai profitti dei privati, il territorio per svenderlo ai militari statunitensi o al partito del tondino e del cemento, l’acqua per consentire nuovi enormi profitti alle grandi multinazionali. Come voi puntiamo sulla forza della ragione e della verità e pratichiamo metodi di lotta pacifici.
Nella nostra mobilitazione abbiamo conosciuto l'utilizzo distorto delle informazioni e delle conoscenze; ci vorrebbero disinformati e ignoranti per imporci scelte devastanti a nostra insaputa. Difendere l'accesso ai saperi e l'istruzione, allora, significa difendere la possibilità di ognuno di noi a opporsi e indignarsi di fronte alle tante imposizioni quotidiane ai danni delle donne e degli uomini che vivono le nostre città, le nostre campagne, le nostre valli e le nostre montagne.
Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città e come un'onda travolgere silenzi compiacenti e sguardi indifferenti. La vostra onda incrocia le nostre onde, le risorse che vogliono sottrarre alla scuola e all’università vorrebbero utilizzarle per nuove devastanti grandi opere inutili e dannose; difendere la scuola pubblica da questo ennesimo tentativo di scippo è il vostro e anche il nostro obiettivo, la vostra resistenza rafforza le nostre resistenze e viceversa. Le nostre onde seguono la stessa rotta: quella che ha come meta la difesa dei beni comuni, della partecipazione e della democrazia.
Il futuro è nelle nostre mani.
6 Novembre 2008
Presidio permanente No Dal Molin
NOTAV Val di Susa
Lettera aperta agli studenti, ai precari, agli insegnanti, ai genitori impegnati nella difesa di un bene comune: la scuola e l'università
Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Abbiamo incrociato i vostri sguardi e abbiamo ritrovato la nostra determinazione: quella di chi non cerca un privilegio ma con il proprio impegno difende l'oggi di se stesso e il domani di tanti altri.
Siamo donne e uomini di Vicenza, della Val di Susa e di tante altre realtà riunite nel Patto di Mutuo Soccorso mobilitate in maniera permanente per difendere la nostra terra e la nostra acqua, le nostre città, le nostre valli e il nostro futuro: che si tratti di nuove basi militari, di nuove linee ad alta velocità, di nuove discariche e nuovi inceneritori, di sorgenti svendute al miglior offerente o di quant’altro poco cambia: beni comuni sottratti alla collettività, spazi di democrazia cancellati.
In questi anni abbiamo imparato a guardarci intorno, a conoscere e interrogare. Vogliamo capire e imparare, costruire e creare. Come voi ci riuniamo in assemblea. Come voi cerchiamo di valorizzare la nostra creatività e la nostra diversità. Come voi difendiamo beni comuni che i governi vorrebbero sottrarci: l'accesso ai saperi per regalarlo ai profitti dei privati, il territorio per svenderlo ai militari statunitensi o al partito del tondino e del cemento, l’acqua per consentire nuovi enormi profitti alle grandi multinazionali. Come voi puntiamo sulla forza della ragione e della verità e pratichiamo metodi di lotta pacifici.
Nella nostra mobilitazione abbiamo conosciuto l'utilizzo distorto delle informazioni e delle conoscenze; ci vorrebbero disinformati e ignoranti per imporci scelte devastanti a nostra insaputa. Difendere l'accesso ai saperi e l'istruzione, allora, significa difendere la possibilità di ognuno di noi a opporsi e indignarsi di fronte alle tante imposizioni quotidiane ai danni delle donne e degli uomini che vivono le nostre città, le nostre campagne, le nostre valli e le nostre montagne.
Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città e come un'onda travolgere silenzi compiacenti e sguardi indifferenti. La vostra onda incrocia le nostre onde, le risorse che vogliono sottrarre alla scuola e all’università vorrebbero utilizzarle per nuove devastanti grandi opere inutili e dannose; difendere la scuola pubblica da questo ennesimo tentativo di scippo è il vostro e anche il nostro obiettivo, la vostra resistenza rafforza le nostre resistenze e viceversa. Le nostre onde seguono la stessa rotta: quella che ha come meta la difesa dei beni comuni, della partecipazione e della democrazia.
Il futuro è nelle nostre mani.
6 Novembre 2008
Presidio permanente No Dal Molin
NOTAV Val di Susa
Vieni per una... Causa
Da peacereporter
Andate a votare, vi regaleremo un vibratore. L'articolo mostra la foto un giocattolo erotico, avvolto in una bandiera a stelle e strisce, con l'avvertenza: "Attenzione, bandiera non inclusa". Alla vigilia delle elezioni Usa, in un paese che storicamente vede andare alle urne solo la metà della popolazione, si sono moltiplicate le iniziative per convincere i cittadini a votare. Ognuno fa la sua parte, come crede e come può: anche i sex-shop. Così Babeland, una catena statunitense che vende "giocattoli erotici", ha lanciato la sua campagna: il processo democratico è importante, dicono, partecipare è fondamentale, e votare è un modo per far sentire la nostra voce. Ed ecco l'incoraggiamento: "Andate in uno dei nostri negozi a New York o Seattle, portando la tessera elettorale, la ricevuta di voto o la vostra parola d'onore. Se avete votato, vi regaleremo un vibratore", si legge sul loro sito internet.
Babeland è un negozio di articoli erotici piuttosto particolare, nato nel 1993 dall'idea di due ragazze che lamentavano la mancanza di sex-shop "pensati per le donne" nella loro città, Seattle. Così, allo stereotipo del negozio scuro, ambiguo e nascosto, Babeland oppone i suoi spazi colorati e allegri, perché, dicono, "la gente che vive in modo sano la propria sessualità rende il mondo un posto migliore". Babeland non è nuova all'impegno sociale. Sul loro sito si può comprare, ad esempio, il pacco regalo "Come for a cause", vieni per un ideale: comprando questo set di giocattoli erotici, i proventi vanno a finanziare un'associazione che aiuta le donne affette da tumore al seno, mentre il ricavato della vendita di preservativi sostiene le attività di un'altra organizzazione che si occupa di salute riproduttiva, pianificazione familiare e maternità consapevole. Schierarsi per il "processo democratico" è un altro passo in questa direzione.
"Non importa dove vivete, per favore votate". E se dopo aver votato volete dare una mano a portare altri cittadini alle urne, ben venga. "Giocattoli erotici in cambio del voto: solo la soddisfazione di avere contribuito a rendere il vostro paese un posto migliore può esser meglio di così". Ma votare per chi? Solo in fondo all'articolo chi scrive si sbilancia: "Io vivo a New York, ma sarò tutto il giorno a Philadelphia a lavorare per Obama". E i clienti sembrano d'accordo: " Grande idea!", commenta un lettore. "Fantastica promozione, si vede che a Babeland amano più dare che ricevere: sono donne!", nota una ragazza. E un'altra aggiunge: "Un'autrice, di cui non ricordo il nome, chiamava la masturbazione "votare repubblicano", perché è la cosa più egoista che una persona possa fare". L'America si prepara al grande giorno. In vibrante attesa.
Andate a votare, vi regaleremo un vibratore. L'articolo mostra la foto un giocattolo erotico, avvolto in una bandiera a stelle e strisce, con l'avvertenza: "Attenzione, bandiera non inclusa". Alla vigilia delle elezioni Usa, in un paese che storicamente vede andare alle urne solo la metà della popolazione, si sono moltiplicate le iniziative per convincere i cittadini a votare. Ognuno fa la sua parte, come crede e come può: anche i sex-shop. Così Babeland, una catena statunitense che vende "giocattoli erotici", ha lanciato la sua campagna: il processo democratico è importante, dicono, partecipare è fondamentale, e votare è un modo per far sentire la nostra voce. Ed ecco l'incoraggiamento: "Andate in uno dei nostri negozi a New York o Seattle, portando la tessera elettorale, la ricevuta di voto o la vostra parola d'onore. Se avete votato, vi regaleremo un vibratore", si legge sul loro sito internet.
Babeland è un negozio di articoli erotici piuttosto particolare, nato nel 1993 dall'idea di due ragazze che lamentavano la mancanza di sex-shop "pensati per le donne" nella loro città, Seattle. Così, allo stereotipo del negozio scuro, ambiguo e nascosto, Babeland oppone i suoi spazi colorati e allegri, perché, dicono, "la gente che vive in modo sano la propria sessualità rende il mondo un posto migliore". Babeland non è nuova all'impegno sociale. Sul loro sito si può comprare, ad esempio, il pacco regalo "Come for a cause", vieni per un ideale: comprando questo set di giocattoli erotici, i proventi vanno a finanziare un'associazione che aiuta le donne affette da tumore al seno, mentre il ricavato della vendita di preservativi sostiene le attività di un'altra organizzazione che si occupa di salute riproduttiva, pianificazione familiare e maternità consapevole. Schierarsi per il "processo democratico" è un altro passo in questa direzione.
"Non importa dove vivete, per favore votate". E se dopo aver votato volete dare una mano a portare altri cittadini alle urne, ben venga. "Giocattoli erotici in cambio del voto: solo la soddisfazione di avere contribuito a rendere il vostro paese un posto migliore può esser meglio di così". Ma votare per chi? Solo in fondo all'articolo chi scrive si sbilancia: "Io vivo a New York, ma sarò tutto il giorno a Philadelphia a lavorare per Obama". E i clienti sembrano d'accordo: " Grande idea!", commenta un lettore. "Fantastica promozione, si vede che a Babeland amano più dare che ricevere: sono donne!", nota una ragazza. E un'altra aggiunge: "Un'autrice, di cui non ricordo il nome, chiamava la masturbazione "votare repubblicano", perché è la cosa più egoista che una persona possa fare". L'America si prepara al grande giorno. In vibrante attesa.
martedì 4 novembre 2008
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