Piove.
Riconosco i sintomi.
No, non è F.lli Arnold che apre gli irrigatori del cielo. Quando è agosto e respiri aria di novembre. Quando senti lo stomaco come dopo la cena coi compagni fisici, che sai che è l'ultima volta che si è stati tutti insieme, e non hai mai potuto sopportare il pensiero di un addio.
Quando è autunno troppo presto, e non è solo lo stato di singoletto (che comunque non aiuta) ma la curiosa sensazione che la tua strada non la trovi, la tua strada forse non c'è.
Quando la sonnolenza è psicosomatica, e ti viene voglia di telefonare al capo e metterti in mutua. Anzi no, troppo faticoso: mandare un sms al capo e metterti in mutua. E per uscire di casa, devi aggrapparti a pensieri tipo devo prendere il regalo di nozze per Vale, o, un po' meglio, altrimenti non posso cercare il terzo libro dei Niomi.
Riconosco i sintomi, e so che devi combatterli subito, altrimenti ti trascini apatico per sei mesi (minimo). E non puoi permettertelo (anche perché se no col cavolo, che ti viene voglia di andartene a stare da solo).
Per fortuna, Platinette non è ancora ricomparsa in radio, e Laurantonini mi informa che i sintomi sono quelli della sindrome da rientro... varrà anche per un rientro da un week end con febbriciattola mentre i tuoi amici sono sul Garda?
Sicché, muoversi.
Piano di battaglia: colazione coi colleghi. Due litri di caffé e brioche al cioccolato. Il manifesto dei cosmonisti sospeso appena prima del racconto dei Kurt, in modo da poterlo gustare al meglio. Lavoro, parentesi trascurabile. Spegnere il PC alle 16:40, sfrecciare fuori alle 16:45. Cercare assolutamente -no, pensiamo positivo: trovare- il terzo libro dei Niomi. Se avanza tempo, prendere il regalo di nozze per Vale.
E, stranamente, all'uscita della galleria di Bruere, c'è il sole. Oggi il bunker è un po' meno triste.
Riconosco i sintomi.
No, non è F.lli Arnold che apre gli irrigatori del cielo. Quando è agosto e respiri aria di novembre. Quando senti lo stomaco come dopo la cena coi compagni fisici, che sai che è l'ultima volta che si è stati tutti insieme, e non hai mai potuto sopportare il pensiero di un addio.
Quando è autunno troppo presto, e non è solo lo stato di singoletto (che comunque non aiuta) ma la curiosa sensazione che la tua strada non la trovi, la tua strada forse non c'è.
Quando la sonnolenza è psicosomatica, e ti viene voglia di telefonare al capo e metterti in mutua. Anzi no, troppo faticoso: mandare un sms al capo e metterti in mutua. E per uscire di casa, devi aggrapparti a pensieri tipo devo prendere il regalo di nozze per Vale, o, un po' meglio, altrimenti non posso cercare il terzo libro dei Niomi.
Riconosco i sintomi, e so che devi combatterli subito, altrimenti ti trascini apatico per sei mesi (minimo). E non puoi permettertelo (anche perché se no col cavolo, che ti viene voglia di andartene a stare da solo).
Per fortuna, Platinette non è ancora ricomparsa in radio, e Laurantonini mi informa che i sintomi sono quelli della sindrome da rientro... varrà anche per un rientro da un week end con febbriciattola mentre i tuoi amici sono sul Garda?
Sicché, muoversi.
Piano di battaglia: colazione coi colleghi. Due litri di caffé e brioche al cioccolato. Il manifesto dei cosmonisti sospeso appena prima del racconto dei Kurt, in modo da poterlo gustare al meglio. Lavoro, parentesi trascurabile. Spegnere il PC alle 16:40, sfrecciare fuori alle 16:45. Cercare assolutamente -no, pensiamo positivo: trovare- il terzo libro dei Niomi. Se avanza tempo, prendere il regalo di nozze per Vale.
E, stranamente, all'uscita della galleria di Bruere, c'è il sole. Oggi il bunker è un po' meno triste.
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