Benvenuto

"Come odio avere sempre ragione!"

Ian Malcolm, Jurassic Park

...e questo giusto per far contenta la Nessie...
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
C.G. Jung


"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
Dr. House


"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
Stacy, Dr. House


"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
Albus Silente, Le Fiabe di Beda il Bardo, J.K.Rowling

mercoledì 27 giugno 2007

Nomen omen (sottotitolo: think pink)

LETTERA APERTA AI GIORNALISTI DI REPUBBLICA E UNITA'
di Enrica Bartesaghi



In qualità di presidente del Comitato verità e giustizia per Genova, vi scrivo per chiedere scusa.
Chiedo scusa a nome delle centinaia di manifestanti arrestati, feriti, umiliati e torturati nel mese di luglio del 2001 a Genova, nelle strade, nelle piazze, alla scuola Diaz, nelle caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano.
Noi allora non lo sapevamo che avremmo (dopo ben sei anni) causato l'allontanamento di De Gennaro dal vertice della Polizia italiana. Che quei giorni avrebbero macchiato la sua onorata carriera (anche se si tratta di una macchia davvero piccola, di quelle che il Ministro degli Interni, Amato, ha subito lavato nominandolo a capo del suo gabinetto). Che, per colpa nostra, De Gennaro sarebbe stato indagato per istigazione e induzione a falsa testimonianza.
Giustamente nei giorni scorsi sui quotidiani La Repubblica e L'Unità avete ripetutamente sottolineato tutto l'orrore di questa faccenda incresciosa, ridando all'uomo ed al poliziotto tutta la sua onorabilità. E non siete stati i soli, numerosi parlamentari (di destra, di centro e di sinistra), a partire dall'on. Violante hanno fatto lo stesso. Perché De Gennaro è stato un capo della polizia "bipartisan" nominato dal centro-sinistra, confermato dal centro-destra, nuovamente confermato dal centro-sinistra, un uomo "quattro-stagioni" come la pizza.
E' vero, alla Diaz, abbiamo fatto di tutto per farci massacrare, fingendo di dormire, alzando le mani di fronte ai manganelli e chiedendo pietà.
Abbiamo anche costretto un poliziotto a fingere un accoltellamento, altri a dover portare nella scuola due bottiglie molotov, altri a firmare verbali falsi, ma che altro potevamo fare? Mettetevi nei nostri panni e, cercate di non sporcarvi, perché sono ancora pieni di sangue. E il sangue, come ogni casalinga che si rispetti sa bene, non si lava facilmente.
Meno male che nel frattempo altri solerti poliziotti hanno provveduto a distruggere le due molotov!
E a Bolzaneto? Abbiamo fatto di tutto per costringere poliziotti, carabinieri, guardie penitenziarie, medici ed infermieri a divertirsi con noi. Non sapendo come passare il tempo, abbiamo giocato a nascondino, rimanendo anche dieci ore in piedi con le braccia alzate contro il muro e le gambe divaricate. Ma i nostri torturatori sono stati buoni con noi e non si sono nascosti tanto bene. Così si sono fatti scoprire, da noi e dalla Magistratura. Che risate ci siamo fatti mentre spaccavano la mano ad uno di noi e la cucivano senza anestesia, ci spruzzavano gas irritanti, ci accompagnavano al bagno con la testa per terra tra insulti e botte, ci minacciavano di morte e di stupro. Ancora mi piangono gli occhi al ricordo.
Ma non è stata solo colpa nostra. Siamo poi stati ingannati da quei "terroristi" di Amnesty International che hanno dichiarato che a Genova c'è stata la più grande violazione dei diritti umani in un paese occidentale dal dopoguerra. E noi ci abbiamo creduto, voi no per fortuna.
Che ne sapevano noi, allora, che De Gennaro, Manganelli, Gratteri ed altri, avevano un solido trascorso nell'antimafia, addirittura a fianco di Falcone e Borsellino? Vi assicuro: non ce l'hanno detto, né alla Diaz, né a Bolzaneto, altrimenti non ci saremmo fatti massacrare e torturare con il rischio di rovinare la loro splendida ed onorata carriera. Meno male che il governo Prodi ha sistemato decorosamente De Gennaro e Manganelli. Oggi sull'Unità si parla di Gratteri come uno dei probabili vice e, giustamente, il giornalista ha tralasciato di scrivere che Francesco Gratteri è uno dei 29 imputati per il processo Diaz; ringrazio il giornalista per la dimenticanza, altrimenti avrei dovuto scusarmi anche con lui.
Chiedo scusa anche al dottor Manganelli, che non era a Genova nel 2001, anzi stando a quanto riportato dai vostri quotidiani era in ferie. Ebbene, sappiate che il 21 luglio, prima, durante e dopo l'irruzione alla Diaz, fu comunque in costante contatto con i dirigenti imputati, come lui stesso ha riconosciuto quando e' stato chiamato in tribunale come testimone nel processo Diaz, il giorno 2 maggio del 2007. Per alcuni davvero non ci sono mai vacanze.
Per fortuna, nonostante tutto il casino che abbiamo fatto, né De Gennaro, né il governo Berlusconi, né il governo Prodi si sono lasciati sviare dalle nostre testimonianze. Infatti gli imputati, più alti in grado, per i fatti della Diaz e di Bolzaneto sono stati tutti promossi. Questori, vice-questori, dirigenti:
Gilberto Caldarozzi, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Filippo Ferri, Vincenzo Canterini, Alessandro Perugini.
A tutti loro, a De Gennaro, a Manganelli, ed a voi giornalisti di Repubblica e dell'Unità impegnati quotidianamente nel duro lavoro di informare correttamente gli italiani, ancora grazie!
Grazie a loro ed a voi abbiamo definitivamente capito cosa significano in Italia le parole: libertà, verità e giustizia.


martedì 26 giugno 2007

mercoledì 20 giugno 2007

Le noiosaggini (utili?)

Ringrazio, ma davvero, la streganocciola, che ho commentato, e integro ancora brevemente.
Non è che abbia molto senso mettersi a fare una guerra di cifre tra Bhopal e Chernobyl. Ma mi aiuta a farmi capire. Allora, secondo fonti ONU, i morti riconducibili a Chernobyl sarebbero 4.000; tra i liquidatori, fonti governative parlano di 25.000 morti (e bisogna anche dire, che vennero esposte irresponsabilmente in questo modo 600-800.000 mila persone). Secondo GreenPeace, si arriverebbe a 200.000 morti.
Le stime governative per Bhopal, parlano di 8.000 morti immediati, 24.000 nei mesi successivi. Peacelink dice 600.000 avvelenati, 150.000 malati cronici. Se non supera Chernobyl, perlomeno è paragonabile. La mia considerazione era semplicemente: stando così le cose, non sorge il dubbio che forse dovremmo avere un po' più di attenzione nei confronti dell'industria chimica, se paragonata a quella che abbiamo per il nucleare? Che non vuol dire che il nucleare faccia bene.

Lancio un'altra provocazione, non per fare polemica ma per ricordare quanto sono complicati gli aspetti di cui dovremmo tenere conto: a proposito del solare e dell'eolico, ricordiamoci che "consumano" territorio, e se non voglio una centrale nucleare a Torino (che già ci siamo battutti contro il francese Superphenix), non vorrei nemmeno che tutta la Valle di Susa venisse coperta di pannelli solari per dare corrente ai torinesi (l'eolico non si può, che il vento è troppo forte e incostante).
O parlando di energia idroelettrica (molto più funzionale anche se l'eolico e il solare non fossero così sottoutilizzati): lo sapevate che generalmente una centrale idroelettrica consuma più di quanto produce? Ché il funzionamento "normale" è: si fa scendere l'acqua accumulata (tralasciamo casi tipo vajont e diga delle tre gole) e si produce energia. Sennonché di acqua ce n'è poca; e la centrale funzionerebbe pochi giorni all'anno. Che si fa, allora? Semplice: siccome di notte c'è sovrapproduzione, si preleva energia (prodotta con fonti non rinnovabili) dalla rete, e si pompa l'acqua dal bacino a valle a quello a monte (acqua che potrà quindi essere riutilizzata il giorno successivo). Non è una cosa stupida, ché così si evita, di giorno, di produrre altra energia non rinnovabile, e, di notte, di sprecarne. In pratica, la centrale funziona come un accumulatore, che restituisce energia quando ce n'è bisogno. Ma questo ha due conseguenze inevitabili: primo, a sé stante non potrebbe funzionare, ovvero può servire per ottimizzare un sistema ma non per sostenerlo; secondo, poiché il moto perpetuo non esiste, chiude il proprio ciclo necessariamente in passivo (consuma più energia nel ripompaggio notturno di quanta ne possa produrre nel ciclo diurno).
Poi è ovvio che si potrebbe parlare di mini-centrali familiari, e il discorso cambia tutto. Ma era solo per dire, ragazzi, ci sono questioni tecniche che andrebbero sempre tenute in primo piano.

Detto questo per amore di chiarezza logica, non sono un fan del nucleare, sono convinto che l'unica soluzione logica sia la decrescita, o meglio, sarebbe la decrescita, che però non avverrà, o non avverrà in modo graduale, e prima o poi andremo incontro ad un bel patatrac.
Tralascio quel poco che so di come il Pentagono pare stia attrezzandosi per fare fronte a questa crisi e auguro buona giornata a tutti.

sabato 16 giugno 2007

Sempre bastian contrario

Ahò, ma son l'unico che commenta la streganocciola?
E sempre per dire cose politicamente scorrette, oltretutto.
Ordunque, non mi permetterei mai ;-P di difendere l'omino del KgGb, specialmente qdo non so nemmeno cosa NON abbia detto ;-P
Epperò. A parte il caso specifico che non conosco. Mi sento di dover fare dei distinguo, che credo anch'io che il nucleare sia stato eccessivamente criminalizzato. E' vero che lo dice un fisico, che può suonare un bel pò di parte, ma lo dice anche uno che ha fatto la tesina di terza media sul perché ritenesse sbagliato costruire centrali nucleari.

Prima di tutto, sgombriamo il campo dai falsi miti. Chernobyl ha fatto meno morti e meno danni di Bhopal, per esempio, anche a lungo termine. Le tragedie e le stragi di origine chimica sono sempre state infinitamente peggiori di quelle nucleari; epperò nessuno ha mai messo al bando l'industria chimica. Ora, lo so bene che potreste rispondere: eh, ma bisogna metterle al bando entrambe.
Però incominciamo ad annotare che c'è stata una reazione irrazionalmente diversa nei due casi. E che, se pensiamo che non tutte le battaglie hanno la stessa priorità, forse abbiamo sbagliato l'ordine, sopravvalutando quella sul nucleare (civile).

Ci sono ecologisti, come Lovelock (promoter dell'idea di "Gaia") che sostengono che allo stato attuale di sviluppo delle energie alternative, l'unica soluzione per combattere i cambiamenti climatici è usare più nucleare. Ok, anche qui si potrebbe rispondere: certo che no, la risposta è la decrescita. Nessuno lo contesta: ma fa peggio una centrale nucleare o dieci a carbone?

Il blocco del nucleare in Italia ha bloccato anche la ricerca, che poteva ad esempio indirizzarsi verso la fusione (che, a costo di sembrare banale, a differenza della fissione non lascia scorie). In questo modo ci siamo chiusi la possibilità di sviluppare, un domani, un nucleare "pulito", che non è un'impossibilità fisica ma "solo" una difficoltà tecnica.
Io, quello che scrive Le Scienze a priori lo metto in dubbio, perché troppo spesso fa lobbing. Però qualche tempo fa aveva pubblicato un articolo in cui si parlava persino di una fissione pulita. Un vero miracolo, perché avrebbe risolto sia il problema delle scorie sia quello dell'esauribilità del combustibile. Epperò sembrava plausibile. Perché proponeva una "nuova" tecnica, già alla nostra portata, per riprocessare il materiale fissile già usato. Che vuol dire: aumentare drasticamente il rendimento, diminuire altrettanto drasticamente il consumo, semplicemente evitando di "buttare via" quanto non effettivamente convertito in energia, riducendo quindi quasi a zero le scorie (scartando solo materiale radiologicamente inerte) e di conseguenza anche il rischio di proliferazione di armi. In una parola: riutilizzo.

Una chimera? Chissà. Ma se fosse vero, scartarlo a priori per scetticismo sarebbe veramente stupido.

venerdì 15 giugno 2007

poscritto sul TAV

Ho contato 45 articoli in due giorni solo nella rassegna stampa del ministero delle infrastrutture. Ovviamente, non ho avuto tempo di leggerne nemmeno uno.
Men che meno ho avuto il tempo di scrivere al Manif per dirgli di smetterla con facili entusiasmi. Ieri sera prima di crollare addormentato alle nove, dopo tre ore di sonno in due giorni, ho provato e telefonare ma ho trovato una segreteria telefonica.

Per favore, se qualcuno può gli dica di smettere di rivolgersi a Ferrentino (il lìder maximo) come se fosse la bocca della verità. Sentite i Valsusini. Che non hanno visto vittorie dei Sindaci.

Benedetta Genova

C'è una sola filiale, che alle 23.23 di venerdì sera non ha ancora terminato le procedure di migrazione informatica. Oltre a due dei Parioli.
E naturalmente, è una filiale genovese. Di Albaro.

giovedì 14 giugno 2007

No pasaran!

Per i lettori del manifesto, ecco perché ci interessano le prime pagine dei giornali confindustriali, borghesi, et anco savoiardi.
L'ultimo titolo sarà anche stato studiato per incitare i valsusini a bruciare sulla pubblica piazza i propri Sindaci. Ma pensare che possiamo aver ottenuto un qualche successo, mi pare difficile.
Ammesso e non concesso (niente affatto, anzi) che le alternative passate o prossime venture possano ridurre l'impatto ambientale. Questo ci sarebbe potuto forse andare bene quindici anni fa. Prima di una Lotta che ha già coinvolto tre generazioni. Prima dei Presìdi sotto il sole di agosto e sotto la neve di dicembre. Prima della Libera Repubblica di Venaus, delle manganellate e della Riconquista. Maiuscole mai così meritate.
Ora indietro non si torna, sia chiaro.
Lasciamo stare che spostare un tunnel di qualche chilometro non cambia nulla. Lasciamo stare che interrare la linea storica sarebbe un disastro ambientale e logistico. Ma l'impatto di 20 anni di cantieri, non cambia se cambia il tracciato. L'impatto sulle finanze dello Stato, casomai peggiora. L'inutilità di una linea per merci che non ci sono e passeggeri inesistenti, non c'entra col tracciato. Dulcis in fundo, l'avversione per questo modello di sviluppo, per chi la sente, rimane.
Il nostro è un NO senza se e senza ma. Non ci sono alternative. Qualche sindaco ha sempre detto e dirà che era contrario allo specifico progetto, qualche altro Sindaco non avrà paura dell'etichetta dell'oppositore "ideologico". Vedremo quali saranno le proporzioni. Cercheremo di convincere più amministratori possibile. Ma andremo avanti anche senza di loro.
Sarà dura, e lo spettro da scongiurare -così vicino- è quello di una "lotta" fratricida in Valle.
Ma questo non fermerà la Lotta, e se ci fanno incazzare, bene, ringrazio i giornali confindustriali, borghesi, et anco savoiardi che coi loro titoli, per quanto mendaci, ci aiuteranno ancora una volta a far incazzare più persone possibile.
Verranno progetti e ruspe, e sarà dura, ma saremo qui ad aspettarli.

E scusate: NO TAV, non esistono governi amici.


Ma per tenere duro, facciamoci due amare risate con La Stampa.
Siete favorevoli o contrari al treno ad alta velocità? Come giudicate la protesta No-Tav?
ROBERTO ADAMI
roberto da gaggiano sono favorevole alla tav a quei signiari che non vogliono modernizare il paese farei transitare i tir 24 ore ,isolarli fare morire lentamente non capiscono e un opportunita pre tutta la valle per l'imagine che noi italiani diamo agli altri paesi europei no di un italianetta povera di idee e inovazioni mi vergonio di essere italiano ,con il governo che abbiamo non andremo da nesuna parte non è ingrato di decidere in tutti i settori, dalla tav ,le grande opere il corridoio 5,il corridoio 8,il ponte sullo stretto di Messina dare lavoro ai giovanni un futuro ,la sicurezza ,pensioni, droga,delinquenza ,trasparenza ecc.ecc.ecc.
Per prendere in giro il geniale @utore

lunedì 11 giugno 2007

Benefit aziendali

Ecco cosa si guadagna quando ti rifilano un cellulare aziendale (che, come noto, ha il solo scopo di farti lavorare nel week end, e quindi lo spengo, ma intanto sabato sono nel bunker lo stesso).
Giovedì scorso lo accendo e ricevo un sms con testuali parole: "Ciao Karim, sono Prit. Vieni a scuola domani? Mi dici perché quel negro voleva pestarti?".

giovedì 7 giugno 2007

Cindy Sheenan

Ho dovuto sopportare un bel po' di scherno e di odio da quando Casey fu ucciso, e soprattutto da quando divenni il cosiddetto "volto" del movimento statunitense contro la guerra. In special modo da quando ho reciso ogni residuo legame che mi connetteva al partito democratico, sono stata ulteriormente insultata sui blog "liberali" come Democratic Underground. I rimarchi più miti vanno da "meretrice dell'attenzione" a "finalmente ci liberiamo di questa immondizia".

Sono giunta a tali conclusioni dolorose il mattino del Memorial Day. Non è l'esplodere di riflessioni fatte sul momento, ma cose a cui penso da circa un anno. Le conclusioni a cui sono giunta mi spezzano il cuore.

La prima conclusione è che sono stata cara alla cosiddetta sinistra sino a che ho limitato la mia protesta a George Bush ed al partito repubblicano. Naturalmente, sono stata calunniata come marionetta del partito democratico. L'etichetta serviva a marginalizzare me ed il mio messaggio. Com'era possibile che una donna avesse idee proprie o lavorasse al di fuori del sistema bi-partitico?

Tuttavia, quando ho cominciato a valutare i democratici con gli stessi standard che usavo per i repubblicani, il sostegno alla mia causa ha iniziato ad erodersi, e la "sinistra" ha preso ad etichettarmi con le stesse calunnie della destra.

Credo che nessuno mi abbia prestato attenzione, mentre dicevo che la questione della pace e delle persone che muoiono senza motivo non è una faccenda di "destra/sinistra", ma di "giusto/sbagliato". Vengo considerata una radicale perché credo che le politiche di parte vadano accantonate quanto centinaia di migliaia di persone stanno morendo per una guerra basata sulle menzogne, e sostenuta sia dai democratici sia dai repubblicani. Mi sorprende che gente che sa essere affilata e sottile come un raggio laser quando si tratta di bugie, mistificazioni ed espedienti politici provenienti da un partito altrui, rifiuti di riconoscere le stesse magagne nel proprio.

La lealtà cieca ad una parte è pericolosa da qualsiasi lato si situi. Gli altri popoli del mondo guardano a noi americani come a delle barzellette, perché permettiamo ai nostri leader così tanta attitudine sanguinaria, e se non troviamo alternative a questo corrotto sistema a due, la nostra repubblica morirà e sarà rimpiazzata da ciò in cui stiamo rapidamente scivolando senza controllo e bilanciamento: la terra devastata del corporativismo fascista.

Io vengo demonizzata perché non guardo al partito o alla nazionalità, quando ho di fronte una persona: guardo al suo cuore. Se una persona appare, si veste, agisce e parla e vota come un repubblicano, per quale motivo dovrebbe avere sostegno, anche se si fa chiamare "democratico"?

Sono anche giunta alla conclusione che sto facendo quel che sto facendo perché sono una "meretrice dell'attenzione" anziché avere il reale bisogno di impegnarmi. Ho investito tutto quel che avevo nel tentativo di portare pace e giustizia ad un paese che non vuole saperne di entrambe le cose. Se c'è un individuo che vuole entrambe, normalmente non fa nulla di più di partecipare ad una marcia di protesta o di sedere davanti al suo computer a criticare gli altri. Ho speso ogni singolo centesimo del denaro che ho avuto da un paese "grato" quando mio figlio è stato ucciso, ed ogni centesimo che ho ricevuto per le conferenze o i libri. Ho sacrificato 29 anni di matrimonio, ed ho viaggiato per lunghi periodi stando lontana dal fratello e dalle sorelle di Casey, e la mia salute ne ha sofferto, e i conti dell'ospedale si vanno accumulando dalla scorsa estate, quando sono quasi morta.

Ho usato tutto ciò che avevo per tentare di far smettere a questo paese il massacro di innocenti esseri umani. Sono stata chiamata con gli epiteti più deprecabili che menti piccine potessero pensare, e sono stata minacciata di morte moltissime volte.

La più devastante delle conclusioni a cui sono giunta questa mattina eccola: Casey è davvero morto per niente. Il suo sangue prezioso è stato prosciugato in un paese lontano, lontano dalla famiglia che lo amava, e lui è stato ucciso dal suo stesso paese, che si aggrappa e si muove secondo una macchina di guerra che arriva persino a controllare quel che pensiamo.

Ho tentato di tutto, da quando è morto, per dare significato al suo sacrificio. Casey è morto per un paese che si preoccupa di più di sapere chi sarà il nuovo "Idolo Americano" che di quanta gente verrà uccisa nei prossimi mesi, mentre i democratici ed i repubblicani giocano alla politica con vite umane. E' straziante per me sapere che ho vissuto in questo sistema per così tanti anni, e che Casey ha pagato il prezzo della mia lealtà. Ho mancato verso mio figlio, e questo è ciò che mi fa più male.

Ho anche tentato di lavorare all'interno di un movimento per la pace che spesso mette gli ego personali al di sopra della pace e della vita umana. Il tal gruppo non lavora con il tal altro, il tal tizio non verrà all'iniziativa se ci sarà la tal tizia, e si può sapere perché tutta l'attenzione se la prende Cindy Shehaan? E' difficile lavorare per la pace se nello stesso momento in cui viene nominata ha alle spalle così tante divisioni.

I nostri coraggiosi giovani uomini e giovani donne in Iraq sono stati colà abbandonati indefinitamente dai loro leader vigliacchi, che li muovono come pedine su una scacchiera di distruzione, e il popolo iracheno è stato destinato alla morte ed a destini peggiori della morte da individui più preoccupati delle elezioni che di loro. Vedrete, in cinque o dieci o quindici anni, le nostre truppe torneranno zoppicando a casa portandosi dietro un'abbietta sconfitta, e i nostri nipoti vedranno i loro genitori morire senza ragione, solo perché i nonni hanno continuato a sostenere questo sistema corrotto. George Bush non verrà mai sottoposto all'impeachment, perché se i democratici scavano troppo profondamente potrebbero portare alla luce un po' di scheletri dalle loro stesse tombe, ed il sistema si perpetuerà all'infinito.

Io sto per prendermi ciò che mi resta ed andare a casa. Vado a casa a fare la madre dei miei figli sopravvissuti, e a tentare di riguadagnare un po' di quel che ho perduto. Tenterò di mantenere alcune relazioni positive e buone che ho intrapreso durante il viaggio a cui sono stata forzata dalla morte di Casey, e tenterò di riparare alcune di quelle che si sono spezzate da quando mi sono impegnata totalmente in questa crociata per tentare di cambiare un paradigma che, temo, è scolpito in un marmo immobile, inflessibile, rigido e bugiardo.

"Camp Casey" è servito al suo scopo. E' in vendita. Qualcuno è interessato a cinque bellissimi acri di terra a Crawford, in Texas? Prenderò in considerazione ogni offerta ragionevole. Ho sentito dire che presto anche George Bush se ne andrà da là, il che rende la proprietà di maggior valore.

Questa è la mia lettera di dimissioni come "volto" del movimento statunitense contro la guerra. Non è il momento del rendiconto, perché non smetterò mai di cercare di aiutare le persone che, nel mondo, vengono ferite dall'impero americano, ma ho finito di lavorare all'interno o all'esterno di questo sistema.

Questo sistema resiste con forza all'aiuto che gli si vuole dare, e divora le persone che tentano di aiutarlo. Io ne esco prima che consumi me o qualche altra persona che amo, nonché il rimanente delle mie risorse. Addio, America. Non sei il paese che amo, ed ho finalmente capito che non ha importanza quanti sacrifici io faccia: nessuno di essi farà di te il paese che desidero, a meno che tu non lo voglia. Adesso tocca a te.

Momenti di sconforto

A proposito del post precedente, e premesso che è un periodaccio e sono di corsa.
Io pure, ci conto che sia un momento di sconforto.

Ma, conto pure che preferisco i commenti non anonimi. A meno che non sia chi penso io.

E siccome sono puntiglioso e fissato con la coerenza logica, dire che è un ragionamento del cazzo è un'affermazione, ma non è motivata.
Quando mi comporto io così, in genere e ultimamente ancora più spesso, mi viene fatto notare che è un atteggiamento di attacco perché si è sulla difensiva, e non si saprebbe cosa rispondere davvero.

La domanda -provocatoria- che ponevo è: ma esistono anche delle motivazioni logiche ed egoistiche, per non essere fascisti, o esistono "solo" delle motivazioni sociali, etiche, di cuore?

Che se è la seconda che ho detto, e continuo a non essere fascista, poi di conseguenza voglio essere libero di essere manicheo senza che nessuno mi dica più che ragiono in maniera dicotomica, e non voglio più sentire nessuno che mi dica che sono un moralista (su altri campi), se è solo la mia morale "laica" ad impedirmi di essere fascista.

Almeno qualche piccola soddisfazione, che diamine! :-P

mercoledì 6 giugno 2007

Dovevo nascere fascista

Sissì. Io Don Chisciotte non l'ho mai letto, ma sono stufo di combattere con i mulini a vento.
Ora che il circolo valsusino si è ufficialmente sciolto dopo neanche un anno, e la tessera personale sta finalmente per scadere, la prendo alla lunga e incomincio dagli albori della mia focosa :-P avventura con i Verdi. Che dopo gli insulti NOTAV contro i partiti, critiche dai compagni (valsusini e non), diatribe interne vaIrie ed eventuali, sorrisi condiscendenti dall'Askatasuna, ne ho bisogno.
Io sono megalomane, però non ho mai puntato direttamente a cambiare il mondo (shooting at the sun) ma a piccoli obiettivi pragmatici. Risultati pochi, maledetti e subito. Quando ho tirato la carretta per Pecoraro Scanio alle primarie dell'Unione (e se Dio vuole, non ero nemmeno tesserato) abbiamo appositamente costruito la campagna in senso "NO TAV = NO CAROTAGGI". Erano solo due o tre i Sindaci che erano disposti a passare la notte sulla montagna, mentre la maggior parte diceva "ma una trivella geognostica al Seghino non è la stessa cosa di un cantiere a Venaus" (che era di là da venire). Il nostro era un modo in più di premere sugli amministratori; niente di decisivo di per sé, un pezzo in più per spronarli. E ha funzionato. E meno male, che senza il Seghino non ci sarebbe stata nemmeno Venaus.
È un lavoro che dà poche soddisfazioni: si fa bassa manovalanza, si lavora a lungo, ci si stanca, e alla fine non è che hai ottenuto la Costituzione dall'Imperatore e nemmeno la legge sull'aborto. Ma mica per niente, il simbolo dei Sandideresi è la formichina.
Il 9 Aprile, ormai post-Venaus, tattica bis. E mentre la segretaria trotskista si incazzava per una manovra anti-comunista, lo scopo era di aumentare il pacchetto di voti della sinistra radicale a scapito della moderata, e di convincere gente di destra a votare a sinistra (ché per Rifunda era difficile), e ha funzionato. E visto che il Berlusca l'abbiamo scampato per 24.000 voti, un po' di orgoglio per una campagna all'arma bianca ce l'ho.
E quando si è trattato di aprire una sezione Verde in Valle, lo scopo non era il carrierismo. Ma fare in modo che a parlare con il futuro ministro dell'Ambiente fossero dei compagni di partito locali, anziché soltanto il lider maximo diessino. Ma 'sta cosa evidentemente era troppo difficile da capire. E così, il bel risultato ottenuto è che adesso DiPietro dice che gli amministratori valsusini con un po' di modifiche false e pretestuose sono ormai convinti che l'opera si può fare e restano contrarie soltanto un po' di teste calde, Bianchi dice che va tutto benissimo (ché amici comunisti italiani, state messi bene anche voi), e Pecoraro dice che finalmente le comunità locali sono soddisfatte del dialogo. Ma lo dice perché il lider maximo l'ha convinto di questo -ci metto due mani e anche altre parti anatomiche sul fuoco, ché anche prima di firmare i 12 punti della dittatura Prodi, Pecoraro chiamò il nostro- e perché noi non siamo riusciti a inserire un'altra voce di riferimento valsusino che adesso potesse suggerire il contrario.

In Generazioni, per qualche fantascientifica ragione Picard incontra il capitano dell'Enterprise di due secoli prima per chiedergli di aiutarlo, e il vecchio Kirk che ormai si è arreso gli dice "Combattevo per la galassia quando tuo nonno era ancora in fasce, credo che la galassia sia in debito con me". Perché vuole fare il pensionato. Ora se uno a sessantacinque anni si vuole arrendere, ha un senso. Se uno a ventisette anni ha lo stesso senso di frustrazione, di battaglie perse e di energie sprecate, c'è qualcosa che non va.

Riassunto delle amene prolissità precedenti: sul NO TAV, come su molto altro, locale e globale, va tutto a rotoli. Io sono abituato che ci devono essere delle motivazioni "logiche" per fare quello che faccio. Se combatto, gioco per vincere. Se devo partire dal presupposto che il mondo non cambierà mai, forse è una grossa stupidaggine continuare a provarci (perlomeno, è un eroismo che non è mai stato alla mia portata). Forse sarebbe più furbo farsi i cazzi propri, puntare alla carriera, al potere, ai soldi, a quello che volete purché sia soddisfazione personale, e schiacciare senza remore chi si incontra sulla strada.
Mi dite cos'ho da perderci? L'anima (laicamente parlando)? La stima di persone che tanto mi considerano fascista lo stesso? L'amore di persone che tanto non mi amano lo stesso? L'amicizia di chi ogni giorno prende per il culo Berlusca ma quando gli dici "anche se non vuoi prendere una tessera, vieni a sentire qualche riunione e vedere com'è" o "c'è una riunione no tav" ha sempre qualcosa di personale da fare?
No, seriamente, convincetemi che vivrei peggio, se fossi fascista.

E già che ci siete, spiegatemi anche perché, se comprendiamo (non giustifichiamo, né tantomeno accettiamo, comprendiamo) che un bambino maltrattato possa scegliere una via di fuga come droga o violenza, non possiamo comprendere allo stesso modo che un bambino troppo cresciuto maltrattato dalla vita diventi fascista.
Che se non lo faccio, per scrupoli vari in un'epoca di relativismo morale, non mi sento più etico, ma solo più stupido, o più debole.

lunedì 4 giugno 2007

Falce e cesello

C'è un motivo se i Comunisti Italiani, dopo che li ho sostenuti ai tempi della scissione, da un annetto buono mi stanno sulle palle.
Ed è grazie a questo simpatico figuro, che non sarà Cossutta, e soprattutto non sarà Rizzo, ma è pur sempre il massimo esponente del partito torinese. E venne colto a dire che la lotta NOTAV la considerava merce di scambio per altre battaglie, ed ora si conferma.
Luca Robotti, capogruppo del Pdci in consiglio regionale, e in prima fila nelle battaglie dell'ottobre-novembre del 2005 spiega: «L'ipotesi che si sta profilando sembra risolvere larga parte delle criticità, sia ambientali che strutturali, e imboccare una strada che molti amministratori locali sostengono già da tempo».
Ma quale ipotesi? Non c'è Venaus: si buca a Mompantero (due chilometri più in là). Non c'è la galleria del Musiné: ma certo, si interra tutta la linea storica, per un danno se possibile ancora maggiore, un unico tunnel artificiale in mezzo alla valle. Resta il tunnel di base di 53 chilometri e resta il grido di guerra «sarà dura» (La Stampa, 2/6/2007).
Sono tempi duri per l'alleanza ribelle. Si profila un inverno caldo, e i rinforzi saranno come sempre bene accetti.

venerdì 1 giugno 2007

Mr. Gabutti

Fuori dal bunker alle sei, cena alle nove, per riempire il tempo si accompagna la Polly che sta cercando casa... Ecco, a me sono sempre stati sullo stomaco gli agenti immobiliari, specie quando sono fighetti in gessato e ti presentano al vecchio proprietario come "i signori Gabutti". Che, va bene, la Polly è carina, e io dimostrerò pure più anni del dovuto, ma 37!
Per recuperare lo shock, come un cane da tartufi in libreria, dove rimangono contusi sul campo Guillaume Musso, Figlia di una vestaglia blu, La principessa che credeva nelle favole, e persino Archetti... E ho preso Rossano Campo, che guarda un po', è pure genovese.
Poi cena mirabolante con le Charlie's Angels, e ritorno a casa sotto la pioggia, e quell'energia che ti scorre dentro come quando il vento ti carica, e per scaricarsi un attimo ti togli la giacca e stai nudo sotto la pioggia, e giustamente quella è l'unica sera all'anno in cui tuo padre esce in cortile all'una.
E il risveglio con la nuova neve, e la montagna sacra a pagani e cristiani, e le nuvole a mezza costa, e quell'odore primaverile della terra bagnata, cartelloni televisivi / sportellisti impomatati / giornalisti ben oliati / treni luccicanti / non toccate la mia terra!