Benvenuto

"Come odio avere sempre ragione!"

Ian Malcolm, Jurassic Park

...e questo giusto per far contenta la Nessie...
"Portatemi un uomo sano e lo curerò"
C.G. Jung


"Naturalmente quando si ha ragione mettersi in dubbio non serve, giusto?"
Dr. House


"Il bello di te è che credi sempre di avere ragione, quello che è frustrante è che la maggior parte delle volte è vero."
Stacy, Dr. House


"Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti"
Albus Silente, Le Fiabe di Beda il Bardo, J.K.Rowling

giovedì 31 maggio 2007

Recensioni e non

La fregatura è che non le so fare le recensioni, non quando sto pensando ad altro, perlomeno, con buona pace di chi tempo fa diceva che i miei post miglioravano (e soprattutto con un certo mio scazzo).
Ma devo almeno lasciare un appunto, su questo maledetto diario. Che all'Altra Metà del Cervello ovviamente è piaciuto di più il teatro danza, ma io questo l'ho trovato geniale.
Allora, teatro europeo. Ci si va per darsi un tono, per gli amici, per incasellare tutte le sere della settimana. Ma su questo ometto, ci avevo scommesso, e non mi ha deluso. La presentazione la trovate qui, ma a me sarebbe piaciuto parlarvi della saletta buia e piccolina con la gente tutta ammassata sulle scalinate metalliche, e della scenografia familiare, e dei violini che suonano da soli; dei ventilatori che fanno la sabbia che sul deserto sconvolge l'aereo Antoine-De-Saint-Exupery ma anche il vento di Ulisse e anche il rumore dei motori; delle vite incrociate delle quattro marionette, e della muccaCenerentola che si chiama nettamente Vincenzi; e del lieto fine che è ironico come piace.
Ma purtroppo, oggi e da troppo tempo solo questo riesco a dire: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

mercoledì 30 maggio 2007

Lezioni delle elezioni (?)

Sempre più preso dall'infernale ingranaggio, sto trascurando il blog... e continuo a lanciare provocazioni.

DI MASSIMO FINI
Secondo sondaggi del sociologo Renato Manheimer il 70% degli italiani non ha fiducia nel Governo. Il che è normale (piove, governo ladro). Ma la stessa percentuale non ha fiducia nel Parlamento, cioè nel complesso dei partiti, compreso il proprio. (..)
Tuttavia la sfiducia dei cittadini non riguarda la politica in sè e nemmeno nei suoi esponenti a differenza di quanto accadde nei primi anni Novanta. È una sfiducia molto più profonda e grave. È una sfiducia nella democrazia rappresentativa in quanto tale che coinvolge, con gradazioni diverse, tutto il mondo occidentale. Sia pur lentamente e faticosamente i cittadini stanno capendo che la democrazia rappresentativa non è la democrazia, è una truffa, un imbroglio molto ben congeniato o, se vogliamo esprimerci nel linguaggio più tecnico del giusrista liberale Hans Kelsen, una serie di fictio iurjs (...)
Destra e sinistra, le classiche categorie politiche nate con la Modernità, sono vecchie di due secoli e non sono più in grado di comprendere le esigenze più profonde del l'uomo contemporaneo. Che non sono economiche. (...) Il disagio acutissimo è provocato proprio da un sistema economico, da un infernale meccanismo, produzione-consumo, che, come un bolide impazzito aumenta costantemente i propri giri, pretende sempre di più da noi e ha finito per sottomettere l'uomo alle sue esigenze. La democrazia rappresentativa non è che l'involucro legittimante di questo meccanismo. E cadrà, credo presto, con esso. Perchè noi, sempre più stressati dalla sua feroce inutilità, non lo tollereremo più o, in ogni caso, perchè un sistema che si basa sulle crescite esponenziali, che esistono solo in matematica ma non in natura, è fatalmente destinato a implodere. Noi non attendiamo la caduta di Prodi o, domani, di Berlusconi, o di chi per lui, perchè niente, come si è visto, cambierebbe dal punto di vista sostanziale. Attendiamo, con speranza, il crollo del meccanismo economico-tecnologico che ci sta stritolando. Tutti.

Occhei, Massimo Fini scrive anche quanto segue... però...
Il marxismo si è rivelato incapace di contenere e di sconfiggere il capitalismo. Perché non è che una variante inefficiente dell'Industrialismo. Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi, modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti, economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l'intera umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale ricchezza.

mercoledì 23 maggio 2007

Stop al televoto

La classifica dei migliori auguri (e non auguri) di buon compleanno:
Primo indiscusso il collega Chivas, che ieri mentre entravo quatto quatto in ufficio facendo lo gnorri, urla ad alta voce: "Fate tutti gli auguri al Vair", facendomi sgamare che non avevo portato nulla. Così dopo mille scuse puerili (ma sai, non avevo tanta voglia di festeggiare) e un certo mobbing, oggi ho dovuto portare paste focaccia e vino.
Seconde a pari merito le tre colleghe-NON-orecchino-di-perla, che ieri all'aperitivo mi hanno dato il regalo facendo imbarazzare tantissimo una quarta persona che non aveva partecipato.
Terza classificata (si, lo so, a questo punto dovrebbe essere quinta) la ex-storica, che ha organizzato un bombardamento di sms dal treno con le cugine.
Seguono in ordine sparso, Rebby che a sorpresa mi ha mandato auguri tedeschi (e forse si è anche resa colpevole dell'unico accesso al blog dalla Germania) e l'Altro Emisfero del Cervello, che NON si è ricordato, as usual, nemmeno dopo avermi sentito al telefono.
That's all folks!

lunedì 21 maggio 2007

Pot-pourri

LA PRIMA VOLTA. Serata intensa, venerdì. Anzi, densa, come tutto il we. Che si comincia con una cena con l'Altro Emisfero del Cervello, che per l'occasione riesce di nuovo a farmi scomparire la vena narrativa, ed è molto meglio, così si chiacchiera. E che scova un Giapu che, sul classico tappetino rotante, fa buffet a volontà a prezzo fisso. E in questi giorni, fa pure promozione. Sicché usciamo completamente piegati, pagando undici euro, con il cameriere che ancora ci ringrazia per la mancia. Credo che la piaga delle cavallette o lo sfruttamento della CocaCola siano nulla in confronto a noi.
Si prosegue con serata-chiacchiere-d'altri-tempi con l'amico agrario, il quale si deve inventare una scusa per chiacchierare e mi chiede di aiutarlo a correggere i compiti in classe... la serata prevede limoncello a oltranza, ma qui sorvoliamo e passiamo alle perle:
Il sismografo è uno strumento che serve a tracciare delle linee sul foglio, ad esempio mmmMmMMMmmmMmmm.
Per ridurre il rischio all'uvioni, innanzitutto si dovrebbe sempre pulire i letti dei fiumi, le fognature, le cunette delle strade e far sì che la gente non inquini i fiumi e i tombini.



Durante il rientro, il primo contatto con una specie aliena. Che si era visto di tutto, sulla strada del Maometto, volpi, cinghiali, ricci... ma l'amico Tasso mi mancava e, ragazzi, la prima volta è sempre un'emozione.

***

DIABOLIK. Gli esperti di furti acrobatici in famiglia siamo tradizionalmente io e mia cugina. Che un'estate in cui i miei e gli zii erano agli antipodi, e lei ed io ci incrociavamo a casa soltanto per sbaglio, siamo riusciti, a distanza di un giorno uno dall'altro e all'insaputa dell'altro, a rimanere chiusi fuori. Per entrare, ognuno è salito sul balcone, si è arrampicato sul tettuccio del primo piano, di lì si è intrufolato nella finestrella da gatti delle scale (con una certa gioia dei gerani). E per fortuna il primo che l'ha fatto non ha pensato che l'avrebbe potuto fare anche un ladro, sennò il secondo a rimanere chiuso fuori sarebbe ancora lì adesso.
Ma sabato, si è bloccata la porta della vecchia camera della cugina, per l'occasione tornata col fidanzatomilanese. Ed entrare dalla finestra del secondo piano, per recuperare portafogli cellulari bagagli, era un po' troppo. Allora è stato chiamato lo scassinatore ufficiale, che a quanto pare sarebbe mio padre. Alla fine, abbiamo trapanato il legno della porta e fatto scattare la serratura, al modico costo di un forellino largo come una matita. E saremmo ancora lì ad armeggiare senza accorgerci che ce l'avevamo fatta, se mio zio non avesse inciampato e aperto la porta crollandoci sopra.

***

I miei mi hanno regalato Politicamente Scorretto di Gianni Minà, di cui Sepulveda dice Ci sono uomini che lottano un giorno e sono molto bravi, però ci sono uomini che lottano tutta la vita. Questi sono insostituibili.
E io me lo sono portato al mare, così l'amico-Odisseo e la Barbie-che-sussurrava-ai-cavalli hanno potuto prendermi in giro da fronti opposti. Gli altri no, che avevano difficoltà con leparolecrociatefacili. E se il primo impatto con l'afa di Alassio è stato oramiricordoperchéodiavolespiagge, dopo neanche cinque secondi la brezza del mare, l'odore della sabbia, il rumore della risacca, il profumo delle pagine appena stampate mi hanno completamente avvolto, che riesco a essere bucolico anche senza campi (ma l'odore del fieno appena falciato, quello c'era, a notte fonda sulla strada del ritorno, alla faccia dell'allergia). E tra bagni e chiacchiere e giochi e confidenze, l'attimo di imbarazzo pirandelliano per l'incontro tra gli amici di sempre e le nuove amiche è sparito subito, ed è stata l'ennesima splendida giornata. Grazie a Barbie, che ha capito tutto e mi ha invitato al mare.

***


«AL CUORE, RAMON!» Sicché. Saranno le ultime parole famose, ma sono abbastanza soddisfatto di me stesso, che mi sembra di stare migliorando nel fronteggiare le mie ossessività. E anche di essere diventato più tollerante nei confronti delle debolezze degli altri; il che secondo l'Altro Emisfero del Cervello riflette l'accettazione verso se stessi - muchas gracias.
E in effetti la sensazione è che le piccole cose non mi sfiorano nemmeno più, a forza di assorbire i colpi [indicativo intenzionale]. E sulla scia di questo viene la delirante tentazione di sfidare il mondo, tipo Capaneo: ora provate con le cannonate, e vediamo se mi rimbalzano addosso.
Casomai, domani dirò che odio il martedì.

venerdì 18 maggio 2007

E vai con le somiglianze...


Victor Laszlo.
Ieri sera, mentre ero a cena in un ristorante con terrazza sul Po, che se non si sapesse che é il Po non avrebbe nulla da invidiare a Parigi, ho realizzato che è una constatazione, né un complimento né un'offesa.
Può essere positivo o negativo a seconda se uno guarda la metà vuota o quella piena del bicchiere (anche se, per apprezzare la parte piena, credo ci voglia un distacco olimpico). E poi, ho pensato che tanto non mi piacerebbe nemmeno essere Bogey, e che alla fine anche Ingrid Bergman non se la passa molto bene.

giovedì 17 maggio 2007

Le gemme del legno dell'est

(che, a sproposito, l'est non porta sempre male? che il vento dell'Est del Signore degli Anelli è il Vento di Mordor, dove l'ombra nera scende, e la strega dell'Est del mago di Oz com'è?)
Questo post è per ringraziare il mio amico Luca, che non lo leggerà.
Perché ieri ha fatto in modo di avere un po' di tempo per ascoltarmi raccontare, con un briciolo di autoironia, un tot di cose che questo blog non ha visto e non vedrà. E poi mi ha sostenuto (con un po' più di ironia): "Bravo! Se hai fatto così, puoi camminare a testa alta per la main street e stendere Lee Van Cliff con lo sguardo" (pare che in questo periodo Luca apprezzi molto più del solito l'arroganza).
E poi saltando di palo in frasca mi ha chiesto come funzionava l'interflora, che stava cercando di risolvere il dubbio amletico: se chiedere di trascrivere il testo del biglietto dal commesso di destinazione, rendendolo un po' meno simile ad una dichiarazione dei redditi ma rinunciando alla privacy; oppure lasciarlo stampato come arriva da internet.
Potevo dirgli che era una selezione quantistica casuale e chi manda i fiori non ha possibilità di scelta, ma invece: "Non ho questo problema, uso delle parole che arrivano dritto al cuore anche se scritte con un normografo". Risposta: "Per impersonare bene un ruolo non bisogna esagerare, altrimenti sembri la caricatura di Clint Eastwood... che so, Giuliano Gemma".

martedì 15 maggio 2007

Cassandra - lettera alla comunety (d'addio?)

C'è chi non ha mai capito il senso della frase qui sopra: "come odio avere sempre ragione".
Che può sembrare arrogante, o può far pensare che non ci si metta mai in discussione. Ma il senso non è quello (nemmeno nel film, a dire il vero, che è il momento in cui il matematico-tratto-dal-grande-Heinz-Pagels viene attaccato dal tirannosauro, dopo che aveva previsto che sarebbe andato tutto a ramengo, e quindi sarà irrealistico, ma anche ironico e soprattutto autoironico; che lui sapeva come sarebbero andate le cose e ci si è ficcato lo stesso).
Il senso è un po' una sindrome di Cassandra. Che uno la razionalità la usa ancora, mediamente capisce cosa è realistico e cosa no, e tipicamente la cosa più plausibile non è molto bella (il pessimista è un ottimista bene informato). E allora lo sa come andranno a finire le cose; ma sceglie di illudersi, di chiudere gli occhi. Non perché sia del tutto idiota, ma per godersi il meglio, per trovare la forza, e perché no anche per continuare a sperare. Sceglie di vivere e di farsi male.
Che continuo a pensare che ne valga la pena.
Poi la sindrome di Cassandra ha anche un risvolto sugli altri, quando si presume -qui sì con una buona dose di arroganza- di essere più lucidi. E uno non è che si diverta, quando eventualmente capita, a dire "te l'avevo detto…", che in genere rimane l'amaro in bocca: è una soddisfazione magrissima e meschina e tardiva quando la tua città è in fiamme e si sono fatti male un po' tutti (tu per primo, eh, non fingiamoci altruisti).

Allora, Nessie, io avrei preferito non mettere in piazza alcune cose; ma siccome ci tengo a parlare e togliere ogni dubbio, anziché stare zitto e sembrare scemo :-P, che almeno si sappia che scemo sono, ma non un voyeur e nemmeno un esibizionista. Le confidenze più riservate continuo a tenermele per me, quelle di San Sicario, per dire, certe spiegazioni, certe debolezze che mi hai detto di non dire a nessuno. E mi pesa, che mi servirebbe parlarne con gli amici per sfogarmi. Ma tu allora per favore non ti arrabbiare, e non mi dipingere malamente.
È vero, forse a leggere il post degli ulivi ci sarei rimasto male comunque, che avrei sperato di suscitare io quei sentimenti, ed è inutile che tu dica che sei venuta anche a Torino, fino a Roma per me non l'avresti fatto. Con ciò, nessuno ti rinfaccia nulla, ovviamente; semplicemente rimango un po' deluso da me stesso, oppure un po' spiaciuto perché non tutto è andato secondo i migliori desideri. E tutti amici come prima.
Quello che mi dà fastidio, è che tu scriva che ti sei limitata per non farmi star male. Magari l'hai fatto e io non lo vedo, e questo commento è ingiusto. Però -così mi hai detto- dopo aver conosciuto l'Ulivo, ma prima di esserne coinvolta, mi hai mandato diverse mail. E mi hai scritto che non avevi bisogno della psicologa, per capire che certi comportamenti che hai avuto con me erano dei segnali importanti. Che ti spiaceva di non avermi mai detto "ti amo". Che eri stufa di avere delle cotte e poi fartele passare altrettanto in fretta, e volevi lavorare su questo (per te stessa, giustamente). Che mi sarei meritato (?!) un comportamento diverso da parte tua, e volevi farla finita con la tua personalità "stronza" (io te l'ho sempre detto, che al massimo la consideravo fragile; e sai anche che per questo motivo tuttimapropriotutti mi hanno dato dell'idiota e dell'illuso).
Allora, se mi sento ferito non è perché penso che tu abbia fatto qualcosa di sbagliato (che non lo penso) né qualcosa di ingiusto nei miei confronti (che ci mancherebbe altro, obblighi non ne hai), ma perché penso che mi hai mandato segnali doppi, ed è quello che mi ha dato una delusione; oltre che mi sembra che tu ti fossi ripromessa per te stessa di fare delle cose, e poi non le abbia mantenute; e hai ragione che non sono fatti miei, ma -e scusa il paternalismo- mi sento un po' deluso anche per te.
Poi magari non ho capito nulla, e tutto funzionerà a meraviglia, e tu prenderai una certa strada e la tua vita prenderà tutta una bella piega; e allora sai che, anche se magari adesso non riesco a farlo, ne sarò felice per te.

Sempre sperando di non essere affetto dalla sindrome di Cassandra; e ti assicuro che non è una gufata.

lunedì 14 maggio 2007

Ma perché

I racconti dei sabati da leoni, e delle domeniche da coglioni, magari a seguire. Che non è il momento.

Oggi solo questa foto, per dire che anche se i campi di miele possono diventare amari, non credo sia così sciocco da parte mia, desiderare e aver desiderato di continuare a raccogliere pezzi d'arcobaleno il più possibile.

martedì 8 maggio 2007

Quei magnifici anni '70

Io non so mai rinunciare a dire la mia.
A costo di dimostrare che ho uno sguardo limitato, che penso solo al NOTAV e non al G8 (ma spintadalbass c'era, tanto per dirne una) e che non sono "compagno".
A costo di sembrare che non mi sono "distaccato" dal modello genitoriale (ma un conto è la vita privata, un conto la vita politica); e non pretendo di dire che "sono cresciuto bene" (che ci sono tutta una serie di cose che devo correggere; ma non è detto che siano da imputare ai miei).
Io, non mi sono mai fatto raccontare nei dettagli cosa facevano i miei negli anni '70. So che le battaglie sul divorzio, l'aborto, l'obiezione di coscienza, le condividevano; ma non so cos'abbiano fatto in prima persona. So che facevano sindacato, e che andavano a trovare in galera i compagni di Lotta Continua (ché la Valle è stata anche teatro di terrorismo rosso e di complotti neri). So che collaboravano (più mia madre) ad un giornale catto-comunista, e che si dedicavano ad amministrare il mio piccolo paese (più mio padre).
So che in una Valle di piccoli comuni, si fa più volontariato che politica. Ma è lì che sta il difficile: fare le cose piccole, ma farle tutti i giorni. Che puoi aiutare la "scema del villaggio" a non farsi accoltellare dal marito ubriaco, e cercarle dei lavori. E nel frattempo, scrivi e ti confronti, e cresci, e costruisci amicizie anche tra chi non condivide proprio tutto. E magari, insegni ai bambini delle elementari, quando ancora non andava di moda, a fare la raccolta differenziata.
Credo anche che sia un metodo che paga: che se in Val di Susa abbiamo avuto la prima fabbrica che, su iniziativa degli operai, si è riconvertita per non produrre più armi, un motivo ci sarà.
Che se alla fine il NOTAV ha trovato terreno fertile su cui germogliare, un motivo ci sarà.
Che se gli amici cattolici di quegli anni, sono gli stessi che mandano le mail con il Families Night parlando apertamente di coppie gay, un motivo ci sarà.
E perciò, dal punto di vista politico, vale la pena almeno di considerarla, questa strada.
E sul privato, se mio padre ha dovuto vedermi meno spesso (che di giorno lavorava, e la sera faceva il Sindaco) -e so che gli spiaceva, come quand'ero piccolo piccolo spiaceva a me, ché ho dei ricordi su questo che adesso trovo belli- non vuol dire che sia stato assente. E ne vado orgoglioso, e non per questo ci litigo di meno se lui non capisce perché vorrei andare a vivere per conto mio.
E se mia madre ha rinunciato al lavoro (e ora ditemi che non vorreste anche voi scappare rapidamente da un posto in banca :-P), non per questo è stata meno indipendente.

Bon. Non so se questi pensieri hanno un capo e una coda.
Per il resto, stranamente :-P, condivido la StregaNocciola.

Families Night

Servirà a poco... ma comunque: Families Night.
Sabato 12 maggio parte del mondo cattolico si riunirà a Roma per il “Family Day”. Una manifestazione, nata chiaramente come risposta alla proposta governativa dei Dico, che vuole promuovere un unico modello di famiglia: quello descritto nel manifesto della CEI.
Il “Family Day” è figlio dei “Non possumus”, di una concezione atavica di famiglia che non comprende le famiglie di fatto, e cioè le coppie non coniugate che convivono stabilmente, con o senza prole, od anche i nuclei familiari composti da coppie omosessuali o costituiti dal singolo genitore e dai figli riconosciuti.
Noi crediamo che anche a queste altre famiglie vadano riconosciuti i diritti già acquisiti nella stragrande maggioranza dei paesi europei, nel rispetto soprattutto del sentimento che caratterizza più di tutti queste unioni: e cioè l’amore.
Per questo lanciamo, con la forza del dialogo e del “Possumus", il “Families Night”.
La notte che precede il 12 maggio, l’11 maggio alle ore 21,30, accendiamo una candela nelle finestre delle nostre case, accendiamo la speranza dei diritti per tutte le famiglie, illuminiamo la notte dall’oscurantismo di chi si ostina a non volere considerare uguali tutte le forme di amore.


Prime Adesioni Franco Grillini, Ivan Scalfarotto, Aurelio Mancuso, Gianni Cuperlo, Claudio Bisio e Sandra Bonzi, Pennarossa, Adele Parrillo, Vanni Piccolo, Andrea Benedino, Paola Concia, Sciltian Gastaldi, ElfoBruno, Simone Silvi, Don Vitaliano Della Sala, Imma Battaglia, Di' Gay Project, Kilombo, Francesco Mosca Fabio Omero, Francesco Costa, Tisbe, Fiaschi, Davide Martini, Titollo, Macondo83, Labattitura, Moltitudini, La Trudy, Barbara Temperilli, DS Macerata, Roja30cr, Marta Meo, QualcosadiRiformista, Andreas Martini, Joiyce, Andrew, Rosalbas, Samantha, Billo, VareseQueer, troublemaker78, wittyboy, Masumi86, Sergio Rovasio, Spartacus Quirinus, Ofidius, arte82misia, Villageblog, paolav, WebLogin, Dade83, Acrylic77, Miss Gruviera, Principe Kamar, Carrino, Vecchi Froci, Omoios, Fireman, Eleonora Cirant, Antonio Crialesi, Enrica Braccioni, Andrea Capanna, SacherFire, Momatwork, Aradia - Il pane e le rose, Carmelo Brischetto, Gio'Myart, Ass. Viottoli, SG Toscana, SG Empoli, Marco Simonelli, TELLUSfolio,Veronika Logan, Manuela Maletta, DS Lazio, ArciGay,

venerdì 4 maggio 2007

Il cavallo di Zorro

Altro test carino, i risultati (seeh, seeh):
Possibilità di svolgere un lavoro utile per la società, tempo libero, coerenza con gli studi universitari compiuti, corrispondenza tra attività lavorativa e interessi culturali e stabilità del proprio lavoro sono gli aspetti del lavoro per i quali il cavallo di Zorro, in base alle risposte date dai laureati che oggigiorno lavorano, è più soddisfatto.

Di contro, ha dovuto rinunciare, e per questo non ne è soddisfatto, al guadagno, alla possibilità di fare carriera, al prestigio che il lavoro può offrire, al rapporto con i colleghi, al coinvolgimento nelle decisioni aziendali, alla possibilità di acquisire professionalità, al luogo di lavoro, alla possibilità di essere autonomi e indipendenti e alla flessibilità dell’orario di lavoro.


Il cavallo di Zorro, con maggiore probabilità di sesso femminile, ha verosimilmente optato per un corso di laurea nell'ambito dell'insegnamento, letterario, psicologico, scientifico, geo-biologico o linguistico. Di conseguenza, è più probabile che abbia trovato un impiego, dopo la laurea, nel settore dell'istruzione, dei servizi sociali e personali, della pubblica amministrazione e della sanità; è il pubblico impiego a caratterizzare con maggiore probabilità il lavoro del cavallo di Zorro. Il guadagno mensile netto dopo 5 anni dalla laurea è verosimilmente più basso della media, anche se il lavoro si trova in tempi non biblici.

A partire dai percorsi di studio più frequentati dal cavallo di Zorro, è possibile risalire alle corrispondenti classi di laurea. Guarda qui sotto la composizione di ciascun percorso di studio.
Insegnamento: Scienze dell'educazione e della formazione. (…)

Dalle tue risposte emerge che:
Metodo di studio. Alla fine della scuola superiore ritieni di aver acquisito un discreto metodo di studio, ma è auspicabile che questa competenza sia ulteriormente potenziata. Ricorda che per affrontare con successo il percorso universitario il metodo di studio è una risorsa molto importante.
Risultati scolastici. La tua idea è quella che i risultati scolastici conseguiti finora dipendono prevalentemente dal tuo impegno personale e dalle tue capacità. La determinazione nello studio e la volontà di riuscita sono un requisito importante per affrontare il percorso universitario.
Valore della formazione. La formazione personale e professionale rappresenta una risorsa per il tuo futuro. Forse non ne sei pienamente consapevole. Rifletti sull'investimento in formazione che ancora devi fare.
Preferenze ed interessi. Sembra che tu abbia le idee chiare su ciò che vuoi fare in futuro o almeno hai costruito nel tempo delle preferenze verso alcuni settori di studio e di lavoro. Prima di decidere tuttavia ti consigliamo di verificare se conosci a fondo i tuoi ambiti di interesse (puoi sempre acquisire nuove informazioni) e se effettivamente la realtà corrisponde alla tua rappresentazione.
Disponibilità al nuovo. Ti descrivi come una persona interessata a conoscere situazioni diverse e aperta verso nuove esperienze. Questa tua risorsa ti sarà utile nel percorso universitario; tuttavia non buttarti allo sbaraglio e rifletti sempre prima e dopo, così potrai trarre il massimo vantaggio da ogni esperienza importante.
Capacità di analisi. Ritieni di essere una persona che sa riflettere prima di agire ed è in grado di cogliere le richieste dei diversi contesti in cui si trova. Questa capacità ti dovrebbe aiutare anche nell'affrontare l'esperienza universitaria ed eventuali situazioni complesse che si potrebbero presentare. Se questo non si verificasse, non ti demoralizzare perché si può imparare anche dagli errori.
Capacità di affrontare gli imprevisti. Di fronte ad un evento che non ti aspettavi sei in grado di non farti prendere completamente dal panico, anche se hai qualche difficoltà a venirne fuori. La capacità di affrontare situazioni complesse o impreviste è una risorsa personale che devi ancora potenziare perché ti potrà essere utile per arrivare in fondo al percorso universitario e anche quando cercherai di inserirti nel mondo del lavoro.
Focalizzazione sull'obiettivo. Non sempre riesci a portare fino in fondo un compito o un impegno che hai preso. Questa tua caratteristica potrebbe metterti in difficoltà durante il percorso universitario perché il carico di studio in alcuni momenti è pesante e richiede una forte motivazione personale per andare avanti. Cerca di essere consapevole della necessità di non perdere di vista l'obiettivo finale e di mantenere la concentrazione su ciò che devi fare per non lasciare a metà qualche impegno.

giovedì 3 maggio 2007

Alza il pugno

Far incazzare le persone che con cui si sta cercando di dialogare non è una mossa saggia. Ma d'altra parte, tra i motivi per cui sto male c'è anche che ho un bisogno compulsivo di parlare, comunicare, confrontarmi. E, se fossi stato di un altro umore, avrei parlato di questo -anche- anziché del post sotto.

Lei voleva la rivoluzione, l'aspettava e diceva di no
alle mie riflessioni ed ai vari argomenti,
ai distinguo ad ai tanti però
Lei credeva in un puro ideale,
nel riscatto di tutte le masse
al compromesso borghese e alla pace sociale
opponeva la lotta di classe

Alza il pugno, alza il pugno
mia dolce rivoluzionaria
Alza il pugno, alza il pugno
non rinnego la mia vecchia strada
L'utopia è rimasta la gente è cambiata,
la risposta ora è più complicata!

Continuava a parlare d'azione
di rivolta e di proletariato
come se in questi trent'anni di storia
il mondo non fosse cambiato
Lei sognava la ribellione contro l'impero del capitale
e scuoteva la testa quando le dicevo
che servono nuove parole,
che ora servono nuove parole!

Alza il pugno, alza il pugno
mia dolce rivoluzionaria
Alza il pugno, alza il pugno
non rinnego la mia vecchia strada
L'utopia è rimasta la gente è cambiata,
la risposta ora è più complicata!

Ho cercato di farle capire
ma testarda non vuole ascoltare
"pensare globale agire locale"
non è uno slogan ma una sfida vitale
Oggi Contessa ha cambiato sistema,
si muove fra i conti cifrati
ha lobby potenti ed amici importanti
e la sua arma più forte è comprarti,
la sua arma più forte è comprarti!

Alza il pugno, alza il pugno
mia dolce rivoluzionaria
Alza il pugno, alza il pugno
non rinnego la mia vecchia strada
L'utopia è rimasta la gente è cambiata,
la risposta ora è più complicata!


Si sta come d'autunno...

Mi pare di ricordare, da quando ero piccolo, una versione intelligente della teologia cristiana a proposito di inferno e paradiso. L'intenzione era quella di salvare capra e cavoli: che ci fosse una qualche forma di "dannazione" senza che questo compromettesse la bontà di Dio (per il fatto di non aver perdonato).
Dicevano perciò che la "pena" dei dannati non era una "punizione", ma una libera scelta, e consisteva semplicemente nella lontananza da Dio: avevano dimenticato che Dio fosse Bene, si erano allontanati per seguire un'altra strada e perciò si erano auto-esclusi.
Mi sono sempre chiesto se fosse consentito cambiare idea anche dopo.

***

Ci sono persone che si dimenticano dell'arcobaleno, che lo credono grigio, e si autoescludono. La domanda è la stessa.